“Rimasi perplessa nell’udire le parole del canto; la mia memoria era persa, forse per questo mi fermai ad ascoltare. C’era qualcosa di familiare…”
Il Canto della Guerriera
(Autrice: M.P. 2000)
Accoglienza
“Oltre il tempo anche lo spazio”. Uno striscione rosso intenso appeso al balcone accoglie chiunque cerchi i ragazzi del Foa-Boccaccio di Monza, trasferiti, con un’occupazione senza disordini, in via Aspromonte 12 da sabato 9 aprile 2011. Massimiliano, vecchia guardia del gruppo, (che per l’incontro con il PD rappresenta il Boccaccio) accoglie e fa gli onori di casa raccontando subito del tranquillo benvenuto ricevuto dal quartiere ospitante e dai cittadini che, di tanto in tanto, si affacciano alla porta d’entrata del centro sociale incuriositi. Presupposti che lasciano ben sperare verso una coabitazione pacifica ….
Riflessi e complementi d’arredo
In un cortile interno di un vecchio magazzino in via Aspromonte, da lungo tempo abbandonato ed aggredito soltanto dalle erbacce e dalla polvere, le anime del Boccaccio hanno trovato la loro “nuova casa” per proporre ai ragazzi monzesi un’officina di cultura e sensibilità socio-politica. Nei sogni e nei progetti dei ragazzi, che da pochi giorni cercano di ravvivare lo stabile dismesso, c’è proprio tutto: un luogo “casalingo” per accogliere giovani, anche alla notte, la spaziosa palestra per la danza o lo yoga, la sala per le serate di approfondimento, quella per il cineforum due volte alla settimana, il capannone per ospitare i concerti, lo spazioso terrazzo utilizzato da subito per studiare, perché la maggior parte dei giovani frequenta le scuole superiori o l’Università.
La soglia
Il luogo deputato e scelto dal Boccaccio come nuova sede è una proprietà privata, anche se il proprietario non ha ancora un nome: i ragazzi lo cercano, nonostante la fatica a mettersi in contatto. Malgrado la buona volontà dei giovani dalle idee e dai valori pacifici, l’azione che ha inaugurato la loro “nuova era” resta, per la legge, un’occupazione abusiva di luogo privato. Inevitabilmente, per questo aspetto, qualcuno storcerà il naso … ma l’utilizzo delle aree abbandonate è una scelta di azione che il Collettivo difende e ritiene base di partenza per tutta la propria attività. C’è da considerare, inoltre, che i ragazzi non mostrano particolare ritrosia a dialogare e a cercare punti di contatto con la proprietà, guidati dall’obiettivo di intraprendere, da subito, un cammino di coabitazione e rispetto reciproco.
Chiave di s-volta (?)
Ma Massimiliano sembra non soppesare troppo l’aspetto legale della questione e spiega, con entusiasmo, che negli ultimi tempi i numeri dei simpatizzanti del Collettivo sono in costante crescita: molti nuovi ragazzi si sono avvicinati al Boccaccio, alla ricerca di luoghi di partecipazione, dove esprimere la propria creatività, dove trovare strumenti e stimoli. Oggi i ragazzi del Boccaccio sono giovani determinati, concreti, provenienti da realtà differenti, ma con la voglia di stare insieme, consapevoli che solo l’unione può dare la forza per realizzare i propri sogni e presentarsi alla Città come punto di riferimento per le giovani generazioni.
Rivolgersi solo ad alcuni ragazzi, coloro che si riconoscono in certi valori, oppure presentarsi alla Città come punto di riferimento per le giovani generazioni e fare del centro sociale un luogo pubblico cittadino? Ancora è presto per dirlo. Certo che la sfida culturale lanciata dal Boccaccio è molto interessante, specialmente in una città come Monza, dove l’attuale Amministrazione Comunale non ha mai mostrato attenzione verso le tematiche giovanili e dove i ragazzi lamentano continuamente la mancanza di spazi di aggregazione.
Dopo lo spazio … tempo al tempo
Dai ragazzi del Boccaccio la speranza, finalmente, dopo aver tanto girovagato negli anni passati, di aver trovato un luogo dove “piantare bandiera” ed iniziare a lavorare senza sentirsi ospiti sgraditi né rimanere sempre con le valigie in mano. Da parte del Partito Democratico …. i migliori auguri e la speranza di rimanere in con-tatto!
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