Un flash-mob non lo si urla mai, lo si sussurra e lo si organizza. In pochi minuti ecco dispiegarsi, in un centro di Monza particolarmente vissuto e per niente assonnato, una scena curiosa e potente, prima dell’ora di pranzo.
Una ventina di persone che si distendono per terra al suono di un fischietto: gli uomini le donne del PD. I volti coperti da mascherine bianche, per urlare alla Città che lo smog ti uccide, anche se sul fuoco hai già l’arrosto con le patate che ti aspetta. Un modo scanzonato ed un pizzico provocatorio per spingere a riflettere, per convincere a fermarsi e a pensare, anche per pochi secondi.
L’inquinamento è una presenza sgradevole, scomoda ma silenziosa. Ti segue, ti tiene d’occhio e ti consuma in una morsa invisibile ma non inodore. La città che fu di Teodolinda, oggi indossa la maglia nera, quella dello smog che brucia gli occhi e ti fa piangere. Monza, che grazie ad una Giunta di Centrodestra poco rispettosa, sembra condannata ad un futuro prossimo ingrato, dove l’inquinamento si unirà a metri cubi di cemento.
Ma lo stupore e la curiosità dei passanti riportano con chiarezza che il muro del torpore e dell’indifferenza è stato smosso, che si è fatto centro… in Centro…. lasciando in bocca una “nuvola” di speranza dal sapore gradevole.
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