Walter Mapelli, magistrato della Procura della Repubblica di Monza, ha iniziato il suo intervento approfondendo il significato della parola LEGALITA': è pericoloso dare un valore assoluto alla legge, in funzione di un astratto principio di legalità. Poiché i valori sono relativi, dobbiamo avere un punto di riferimento: i valori condivisi sono enunciati dalla nostra Costituzione ed ai suoi principi devono ispirarsi le leggi. Il principio più importante è quello dell'UGUAGLIANZA, da cui traggono senso gli articoli della Costituzione che definiscono il ruolo della Pubblica Amministrazione e della Magistratura e la loro imparzialità. Ciò che distingue lo stato dalla mafia, secondo Mapelli, è proprio il principio di uguaglianza.
La mafia afferma i privilegi di pochi; lo stato e la mafia quindi non possono convivere. E' necessario intensificare i livelli di controllo ed ognuno deve sentirsi responsabile, a partire dal controllo sull'operato di chi ha delegato attraverso le elezioni.
Enzo Ciconte, storico della criminalità organizzata, ha esordito parlando dell'errore di delegare alla Magistratura e alle forze dell'ordine la lotta alle mafie. Il Governo ha istituito un'Agenzia dei beni confiscati, finanziandola con la vendita dei beni stessi, quando la vera battaglia, per evitare che questi ritornino nelle mani della mafia, è quella di rendere i beni alla società civile. Traffico della droga, edilizia, smaltimento dei rifiuti, movimento terra: anche l'economia lombarda è ormai pervasa dalle mafie. In questi anni è anche cresciuto il legame della criminalità organizzata con la politica e le intercettazioni ci hanno svelato il coinvolgimento di tanti amministratori locali. Un appello accorato: cosa si aspetta a fare pulizia nei Comuni? Perché il Ministero dell'Interno non ha mandato una commissione di inchiesta nel Nord? Siamo sicuri che La Lega abbia superato l'idea espressa da Miglio nel '99 sulla "costituzionalizzazione della mafia ... clientelismo buono che determina la crescita economica del Sud.."? La realtà è quella di tanti imprenditori collusi con la 'ndrangheta, che fanno affari proprio in virtù di questo legame. Secondo Ciconte, iI problema non può essere risolto da un politico o da un magistrato, ma solo da un movimento di massa. Occorre sollecitare i partiti ad un profondo cambiamento: non dobbiamo più votare quelli che non mettano questa discriminante nella scelta dei candidati alle elezioni. La sconfitta delle mafie ci sarà, ma toccherà ad ognuno di noi.
Dopo alcuni interventi e domande, Lorenzo Frigerio ha chiuso il dibattito, richiamando la parola INSIEME .
Una serata molto positiva, la voglia di coinvolgersi in questa battaglia c'è e la nascita del Coordinamento di LIBERA in Brianza darà un contributo importante. Confesso che un certo livore contro i partiti nell'intervento conclusivo mi ha lasciata un po' perplessa: sicuramente è importante che non ci siano strumentalizzazioni, ma sono anche certa che parliamo di una battaglia sola, da vincere insieme.
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