Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Maurizio Montanari ha inviato all'Anpi e che segue una proposta di incontro con l'associazione. Buona lettura.
Compagne e Compagni dell’ANPI,
col dolce in bocca per la manifestazione antifascista di Sabato a Como scrivo questa lettera di risposta al vostro invito.
Il 15 Dicembre non ci sarò per un impegno già preso ma il vostro invito merita comunque una risposta meditata.
Non rinnoverò la mia iscrizione all’Anpi, non perché il mio antifascismo sia venuto meno ma perché credo sia ora che l’antifascismo non sia affidato ad un custode quasi sacerdotale come l’Anpi sta diventando (o forse ha sempre cercato di essere).
Come sapete io milito nel Partito Democratico; mi batterò perché il valore dell’antifascismo rimanga, come è sempre stato, uno dei valori fondanti di questo partito.
Perché l’antifascismo sia il più largo possibile, esso deve essere popolare e interclassista: i deportati ebrei della Shoa, dall'operaio al grande finanziere, non avevano certo le stesse idee sociali e politiche ma penso e spero che noi li piangiamo tutti allo stesso modo!
L’antifascismo non può essere affidato a persone che mescolano questo valore fondante con idee e comportamenti di lotta politica contingente. Mi aspetto quindi che l’Anpi si comporti da “primus inter pares” con tutte le forze politiche che si richiamano ai valori dell’antifascismo, senza alcuna velleità di custodia unica dei suoi valori. Ogni partito sarà poi libero di incarnare nelle proprie proposte politiche il valore di fondo dell’antifascismo.
Infine vorrei condividere con voi alcune riflessioni sulla vicenda cardine dell’ultimo periodo: il referendum costituzionale del 4 Dicembre 2016.
La riforma costituzionale rappresentava una risposta istituzionale al vento dell’antipolitica che ha spirato e spira tuttora così forte nel nostro Paese; rappresentava il tentativo di dimostrare che la classe politica è capace di autoriformarsi in linea con le aspettative dei Cittadini.
L’obiezione che la riforma istituzionale rappresentava una risposta errata ai bisogni dei Cittadini che sono invece sociali ed economici è fondata. Tale obiezione non tiene conto, però, del cortocircuito che movimenti antisistema come, per esempio il M5S, hanno creato sostenendo che l’attuale sistema politico non può soddisfare le esigenze dei Cittadini perché inefficace e corrotto. Quindi anche il tentativo della classe politica di riacquistare una propria credibilità è parte non secondaria della tenuta del sistema.
Chi trae vantaggio dalla convinzione che l’attuale sistema non può essere riformato? Non certo partiti politici nuovi nel nome ma i cui esponenti sono stati coinvolti in tutte le più importanti decisioni politiche ed economiche degli ultimi anni.
Traggono invece vantaggio i movimenti neofascisti, che hanno vinto anch’essi nel No referendario del 4 Dicembre e che offrono ai Cittadini, lusingati dall’antipolitica, una loro risposta di identità e radicalità.
Il manifesto di Casapound (l'immagine che accompagna l'articolo, ndr) mi sembra eloquente.
Augurandomi di vederci ancora fianco a fianco nelle prossime battaglie antifasciste, vi porgo cari saluti.
Maurizio Montanari
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