Cercando di coltivare la nostra memoria storica e dopo aver letto la bella intervista con Arturo Parisi pubblicata sull’Unità del 22 Aprile, ho ripreso e condivido le Tesi 1 e 4 del Programma dell’Ulivo del 1995. Programma che fu alla base della nostra vittoria nelle elezioni politiche nazionali del 1996.
Il mio pensiero, dopo avere riletto le due Tesi, è che le riforme costituzionali proposte dal partito e poi realizzate dal governo non sono proposte “estemporanee” estranee alla nostra storia politica.
Naturalmente questo non significa adesione acritica sullo stile di governo, ma un invito a non confondere lo stile con i contenuti.
Trovate il programma dell’Ulivo nella sua interezza a questo indirizzo
http://www.perlulivo.it/radici/vittorieelettorali/programma/tesi/#download
Tesi n° 1
Uno Stato che funziona: forma di governo ed elezioni
Un patto da riscrivere insieme
La garanzia della libertà di individui e gruppi e del rispetto dei diritti può ammettere solo i vincoli necessari ad assicurarla. Per questo il Governo della società deve essere al tempo stesso rappresentativo delle esigenze dei cittadini e delle loro libere associazioni, e responsabile.
Da ciò discende oggi l’opportunità di modifiche costituzionali, da realizzare nel pieno rispetto del procedimento prescritto dalla Costituzione.
Il mandato che chiediamo agli elettori su questi temi non ha lo stesso significato di quello sugli ulteriori contenuti programmatici in cui è giusto che la maggioranza applichi il suo programma. Sulle regole comuni il mandato è per aprire un confronto aperto e libero, non per conclusioni unilaterali.
Completare la transizione
Il nostro Paese ha bisogno di completare la transizione aperta dalla stagione referendaria senza indugiare oltre in una terra di nessuno dove rischiano di cumularsi i difetti del vecchio sistema e quelli del nuovo.
Si tratta di rifarsi allo spirito riformatore di quella stagione per realizzare un equilibrio organico tra diritti della maggioranza e contropoteri dell’opposizione, nonché tra centro e periferia all’insegna di un federalismo cooperativo.
Il fondamento di una nuova forma di governo: partiti responsabili, non formazioni intermittenti.
La nuova forma di governo che è necessaria, modellata sull’esperienza delle grandi democrazie parlamentari del Continente, si fonda non sulla distruzione dei partiti, sostituendoli con aggregazioni e limitate al momento elettorale. Dai partiti del passato che interferivano con la vita delle istituzioni si deve passare, anche attraverso nuove regole, a partiti programmatici che si impegnano a perseguire obiettivi di legislatura e che ne rispondono con un preciso mandato politico davanti ai cittadini-arbitri.
Il Governo del Primo Ministro
Per ottenere questi risultati appare opportuna nel nostro Paese l’adozione di una forma di governo centrata sulla figura del Primo Ministro investito in seguito al voto di fiducia parlamentare in coerenza con gli orientamenti dell’elettorato. A tal fine è da prevedere, sulla scheda elettorale, l’indicazione - a fianco del candidato del collegio uninominale - del partito o della coalizione alla quale questi aderisce e del candidato premier da essi designato.
Secondo i modelli vigenti negli altri Paesi in cui la forma di governo si orienta intorno al Primo Ministro, appare opportuno dare vita ad una convenzione costituzionale secondo la quale un cambiamento di maggioranza di Governo richieda di norma e comunque in tempi brevi lo scioglimento della Camera politica e il ricorso a nuove elezioni. Viceversa resta possibile la sostituzione del Premier all’interno della medesima maggioranza col metodo della sfiducia costruttiva.
Ai fini di una maggiore legittimazione democratica per ciò che concerne il sistema elettorale, appare preferibile l’adozione del collegio uninominale maggioritario a doppio turno di tipo francese.
La garanzia del Capo dello Stato
Al Capo dello Stato è affidata la funzione di garante delle regole e rappresentante della unità del Paese e della continuità delle istituzioni democratiche. Questa alta funzione di equilibrio costituzionale deve essere marcata, rivedendo le modalità di elezione in modo da sottrarla alla maggioranza parlamentare pro tempore, esaminando varie possibili modalità, compresa la sua elezione diretta.
Procedure per la definizione delle riforme
Per quanto riguarda le procedure per la definizione delle riforme e per il loro coordinamento complessivo, può essere prevista l’istituzione con legge costituzionale di una Commissione Bicamerale con compiti redigenti.
Tesi n° 4
Una Camera delle Regioni
La realizzazione di un sistema di ispirazione federale richiede un cambiamento della struttura del Parlamento.
Il Senato dovrà essere trasformato in una Camera delle Regioni, composta da esponenti delle istituzioni regionali che conservino le cariche locali e possano quindi esprimere il punto di vista e le esigenze della regione di provenienza.
Il numero dei Senatori (che devono essere e restare esponenti delle istituzioni regionali) dipenderà dalla popolazione delle Regioni stesse, con correttivi idonei a garantire le Regioni più piccole.
Le delibere della Camera delle Regioni saranno prese non con la sola maggioranza dei votanti, ma anche con la maggioranza delle Regioni rappresentate.
I poteri della Camera delle Regioni saranno diversi da quelli dell'attuale Senato, che oggi semplicemente duplica quelli della Camera dei Deputati. Alla Camera dei Deputati sarà riservato il voto di fiducia al Governo. Il potere legislativo verrà esercitato dalla Camera delle Regioni per la deliberazione delle sole leggi che interessano le Regioni, oltre alle leggi costituzionali.
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