Dopo l’imponente mobilitazione contro l’eccidio della redazione di Charlie Hebdo, per sostenere la libertà stampa e di satira, la successiva “decantazione emotiva” ha permesso di fare spazio a prime domande.
Fino a che punto il diritto d’opinione e di satira stanno insieme con il diritto al rispetto delle fedi e delle religioni? Questione questa posta da Papa Francesco e da molte comunità dell’Islam “moderato”.
Come riuscire da attuare una lotta efficace contro le infiltrazioni di matrice terroristica nei nostri territori, senza che queste azioni vadano a ledere i diritti di circolazione delle persone, quelli civili e di culto?
Come tenere conto delle imponenti manifestazioni, tenute in questi giorni in Medio oriente e Africa da parte di milioni di persone (anche dell’islam moderato) al grido di “je suis muslim - j’aime mon Prophete” ?
In una situazione così complessa, nel precedente articolo, espressi la personale convinzione che bisognerebbe avere il coraggio per scelte che affermino più e non meno integrazione e diritti.
Ma se così fosse, quale è la parte che tocca a noi?... al nostro Governo, alla politica, ai soggetti presenti nella nostra città: le comunità di religione islamica, l’ Amministrazione Comunale, il Pd?
Il Governo Renzi , oltre che contribuire a livello europeo per realizzare misure che tengano insieme diritto alla sicurezza con diritto alla convivenza,è chiamato (subito dopo le riforme istituzionali) a dare un segnale forte nella sostanzae nel valore simbolico e politico con la deliberazione della legge (jus solis) che riguarda i diritti di cittadinanza dei bambini dei migranti e dei nuovi cittadini.
Monza e le Comunità di migranti.
In questi anni a Monza si è operato per sviluppare una cultura del dialogo e del confronto tra le diverse comunità di migranti presenti in città. Prima con l’esperienza del movimento “Primo Marzo” poi con il dialogo interreligioso e le attività dell’Upf. E con le iniziative aperte alla cittadinanza del Centro islamico monzese in occasione delle feste per il Ramadam. In questi giorni non sono mancate posizioni chiare e forti dei responsabili dei Centri Islamici di Monza e di Desio sui fatti di Parigi.
Al di là “delle rappresentanze” di queste comunità, sembra però che questa comunità faccia fatica ad emergere e farsi sentire: nei suoi doveri e nei suoi diritti. Una presenza numerosa e popolosa ma spesso “silenziosa e invisibile” composta dapersone che abitano, lavorano, studiano, pregano, pagano le tasse. Così come sembra prevalere la fatica dell’operare assieme tra le diverse nazionalità che compongono le stesse comunità migranti presenti a Monza.
E’, secondo me, tempo che anche queste comunità assumano maggiore responsabilità nel “prendere parola” per affermare i propri diritti di culto in strutture dignitose (quanti monzesi sanno della presenza e delle condizioni del luogo di preghiera di via Ghilini?), nel partecipare alla vita sociale e politica cittadina. Nuovi cittadini , che con la propria identità e diversità sappiano portare dentro forze politiche e istituzioni, nuovi bisogni e domande che favoriscano l’incontro tra le diverse culture.
Monza e l’Amministrazione Comunale.
In occasione della Campagna elettorale per Roberto Scanagatti Sindaco, forse per la prima volta, in occasione delle primarie e poi durante le elezioni, si cercò un incontro e un coinvolgimento fattivo con le diverse comunità.
Lo stesso programma di mandato ebbe il contributo di un Cantiere delle Idee specifico dedicato proprio al tema dei migranti. Programma di mandato che aveva come principali obiettivi:
L’accoglienza , l’ascolto e il confronto con le comunità; la realizzazione della Casa delle Culture di Monza, come un luogo e una realtà di esempio di scambio e condivisione fra le varie realtà cittadine per valorizzare la diversità; un’Agenzia per l’accoglienza come punto di riferimento operativo per la comunicazione, rappresentanza, organizzazione e progettazione di interventi sul territorio e sui servizi nell’ambito dell’immigrazione.
In questi due anni, la nostra Amministrazione ha oggettivamente svolto un grande e positivo lavoro riguardo all’accoglienza dei profughi in città; nel riuscire a mantenere le funzioni di sportello migranti e di corsi di lingue, pur in una fase di taglio delle spese sociali.
Dal’altra parte il progetto della Casa delle Culture, è stato da poco e appena avviato e si è scelto di non individuare (ci auguriamo solo per ora) un vero e proprio luogo di incontro e di attività che vedesse (come previsto) protagoniste sia le comunità di migranti sia le associazioni monzesi.
Uno spazio “fisico”, reale e non virtuale, più volte domandato dalle stesse comunità e soprattutto un luogo riconoscibile per attività culturali e sociali, così come sperimentato in altre città italiane.
Così come per il progetto per l’Agenzia per l’accoglienza (utile anche per una migliore sinergia tra le diverse realtà associative già attive) non abbiamo traccia e informazione.
Credo, che compito della nostra Amministrazione nei prossimi mesi, sia quello di rendere “più forti” e attivi questi progetti. Così come è necessario che proprio sul piano operativo si possa consultare, collaborare e rendere responsabili le diverse comunità e associazioni presenti in città
Monza: il Pd e "i nuovi cittadini"
Se il primo compito per la nuova segreteria del Pd monzese, potrebbe essere proprio quello di sollecitare la nostra Amministrazione a realizzare o almeno avviare i progetti previsti nel programma di mandato.
Il secondo obiettivo, dovrebbe essere quello di favorire uno spazio di partecipazione “alla politica” dei “nuovi cittadini” presenti in città che ne fossero interessati. L’occasione della creazione dei Circoli tematici è una grossa opportunità che va in questa direzione.
Un segnale forte del Pd monzese per le istituzioni e per la stessa città, sarebbe quella di dare voce e rappresentanza ai nuovi cittadini nell’aula del consiglio comunale.
E’ bene infatti ricordare che nella lista elettorale del Pd era candidata per la prima volta una donna, egiziana, musulmana, operatrice sociale, vice presidente del centro islamico monzese: Shahin Tahany detta Tity da molti conosciuta per il suo grande impegno per il dialogo e l’incontro interculturale in città.
Tahany non fu tra gli eletti, confermando un ritardo “culturale” presente nel nostro partito e nelle stesse comunità migranti. Alla vigilia però di possibili “rotazioni” all’interno del Gruppo Consigliare del Pd in consiglio comunale, questo sogno e opportunità potrebbe diventare realtà.
A maggior ragione, dopo i fatti di Parigi, una presenza di Consiglio Comunale di Tahany, oltre che acquisirne un valore sostanziale in termini di sensibilità, capacità e volontà indiscusse, sarebbe una presenza che rappresenterebbe un grande valore simbolico per il Pd, la politica e la nostra città.
Un Pd, una politica e una città, che anche così, confermerebbe il volere continuare ad operare per il dialogo e l’incontro tra le diversità contro intolleranze e violenze di ogni tipo che a tutti livelli stanno insorgendo e che vorrebbero farci tornare indietro.
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