Anche volendo, è impossibile ignorare quello che è successo in questi giorni.
Riassumo con un titolo tipico della stampa: “Renzi ritira le ministre” oppure “Renzi stacca la spina” (invero il secondo molto caro ad alcuni amici di Italia Viva).
Gli interrogativi sorgono spontanei, ma, uno su tutti è quello nodale.
Per quale motivo dare vita ad una crisi di governo nel momento in cui siamo impegnati nella lotta contro il Covid, ma anche contro una crisi economica e sociale sempre più nera?
Personalmente ho molte domande e poche risposte, però due considerazioni vorrei condividerle.
Due settimane fa, durante il suo discorso di fine anno, il Presidente Mattarella diceva che “Questo è tempo di costruttori” e ancora “Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. E’ questo quel che i cittadini si attendono.”
Ecco, evidentemente, anche chi applaudiva ha preferito infischiarsene del monito del Presidente, ma anche del sentimento degli italiani: da quasi un anno lottiamo, far precipitare il Paese in una crisi del genere non solo è irresponsabile, è anche uno schiaffo nei confronti di chi si sta impegnando ogni giorno per uscire da questo pantano.
Secondo pensiero, ma primo per importanza.
La politica non è fatta solo nei palazzi, anzi.
Spesso chi si trova sul territorio deve tradurre le scelte di Roma e raccontarle ai cittadini, raccogliere le istanze che vengono rivolte a chi governa e farle arrivare a chi può intervenire, ma, soprattutto, lottare per raccontare che esiste una Politica fatta per gli interessi delle persone e della società.
Ecco, la conferenza stampa di mercoledì e questa decisione non aiutano a raccontare un modello di politica, ma generano un disamore e una diffidenza sempre maggiori nella cosa pubblica.
E questo sarà a discapito, ancora una volta, di chi si impegna quotidianamente per gli interessi della comunità.
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