A Monza è morto un uomo.
Il Covid non c’entra, è stato ucciso. Accoltellato.
Ma, tanto per aggiungere tragedia a tragedia, pare che gli autori dell’omicidio siano due ragazzini di 14 e 15 anni.
Accertare i fatti e il movente è compito degli inquirenti.
La politica, invece, deve porsi delle domande. E agire.
Abbandonando la retorica delle luci sfavillanti del centro città, perché, una città, è fatta di molto altro che non la cerchia del centro storico.
Qui dentro, in questa tragedia, c’è tutto: c’è il degrado delle periferie, lo svantaggio culturale, la debolezza di chi si rifugia nella droga, la necessità di politiche sociali.
Ieri abbiamo perso tre vite, e, probabilmente, le avevamo già perse da anni.
Oggi proviamo a riflettere e capiamo una cosa: se non mettiamo le periferie al centro della nostra agenda, se dimentichiamo i più fragili, se pensiamo che tutto si possa risolvere con il manganello e qualche cartellone non saremo in grado di salvare nessuno.
È importante dircelo oggi, quando, forse, abbiamo imparato, nostro malgrado, il senso dell’espressione “essere tutti sulla stessa barca”.
È importante dircelo oggi, quando torniamo a guardare al futuro, scommettendo su un domani migliore.
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