Cari iscritti e simpatizzanti,
manca ormai meno di un mese all’appuntamento elettorale per le elezioni dei membri al Parlamento europeo del prossimo 25 maggio.
Spesso nel passato le elezioni europee sono state vissute strumentalmente come elezioni di medio termine, utili a misurare, nei vari Stati membri, i rapporti di forza interni tra governi e opposizioni.
Quest’anno il dibattito si sta invece – e finalmente, verrebbe da dire - incentrando su quello che è il vero oggetto del contendere: il futuro dell’Europa.
Ci voleva paradossalmente la più grande crisi economica del dopoguerra perché si ritornasse a parlare di Europa e di Unione europea: un dibattito in cui tuttavia l’Europa è sul banco degli imputati come la grande responsabile di ogni male.
Il dibattito elettorale si sta rivelando, più che un confronto di contenuti, un vero e proprio referendum. Europa SI o Europa NO.
Ma di quale Europa parliamo oggi ?
L’Europa che abbiamo davanti agli occhi è innegabilmente il risultato di una politica conservatrice di destra, una politica che, invece di dare impulso a una vera ed equa integrazione politica e sociale, ha svilito per anni il ruolo dell’Unione confinandolo a quello di un arcigno contabile in grisaglie.
Il colore politico dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni negli Stati membri, così come la composizione dell’Europarlamento, spiegano chiaramente il perché di certe scelte sbagliate e controproducenti, tutte basate sul rigore dei conti e l’austerity, scelte che tuttavia non sono irreversibili e tantomeno immodificabili.
Votare alle Elezioni europee, e scegliere forze politiche che, come il PD, fanno parte della grande famiglia del Partito Socialista Europeo, significa votare per il cambiamento dell’Unione europea, per il suo ritorno alle origini e ai valori che sono state le sue vere radici, così come enunciate nel Manifesto del PSE per queste elezioni: la pace, la coesione, la libera circolazione delle persone, un mercato comune, diritti sociali, tutela dei diritti, ricerca e innovazione comune.
Certo forte è il rischio di essere travolti dalla sindrome della “barricata domestica”, quell’idea tanto assurda, quanto facile da propinare, secondo la quale rintanarsi nel proprio buco quando la tempesta infuria - voglia questo dire ergere muri ai confini, stampare una moneta locale o uscire dalla UE - è un'efficace via di salvataggio e non una trappola per topi.
In un mondo che vuole semplificazioni e soluzioni illusorie a portata di mano - e anche facili bersagli ai quali attribuire tutti i mali di una feroce crisi economica - è certamente più difficile trasmettere un messaggio critico ma costruttivo come quello del Partito democratico: e tuttavia è quello che ciascuno di noi, con la sua passione politica e i suoi mezzi, tra le persone che conosce o quelle che incontrerà, deve sforzarsi di fare da oggi fino al 24 maggio.
E’ quello che come simpatizzanti, come singoli iscritti, come coordinatori di circolo, vi chiediamo di fare con forza e convinzione.
Non abbiamo dunque timore a dire e a spiegare che un’ Europa diversa non solo è possibile, ma è necessaria e che quando una cosa esiste, ma così come è non va più bene, c’è un’opzione più intelligente ed efficace che distruggerla: ed è quella di lavorare per modificarla e plasmarla con nuovi, o ancor meglio, ritrovati valori.
I valori del PD e di tutte le forze del PES.
Esecutivo PD Monza
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