“Nel 26,1% del PD c’è quello che volevamo: la conferma del progetto del Partito Democratico, e ce l’hanno data gli elettori non i commentatori, e l’aver fermato l’avanzata della destra”.
Così il segretario del PD, Dario Franceschini, commentando i risultati del voto per le europee: “Abbiamo la base di partenza per un partito che in un anno e mezzo ha affrontato due elezioni a cui è stata legata la sua esistenza. La scelta di allargare il campo socialista ad altre forze riformiste è stata una scelta giusta, il PD è il primo partito progressista in Europa in voti assoluti con oltre 8 milioni di voti e probabilmente lo sarà anche per parlamentari eletti”.
"Gli avvoltoi possono andarsene. Il PD costruirà l'alternativa alla destra".
“Gli avvoltoi che hanno girato per mesi dicendo che ci saremmo disgregati e divisi possono andarsene a casa”. Non usa mezze misure Franceschini: “Anche perché non c’è stato uno degli altri paesi dell’Unione in cui c’è stata una campagna con questo squilibrio di forze. Non è normale e non possiamo abituarci a questo. Rende la partita diversa usare la fionda contro i mitra. Ma certo non è un alibi. Grazie agli italiani ora ci rafforzeremo, radicheremo, rinnoveremo per costruire l’alternativa al governo della destra”.
Rispondendo a una domanda sulle possibili alleanze Franceschini ha detto: “La coalizione è già in campo alle amministrative. Per le politiche il momento delle alleanze non è adesso, ma ci saranno sempre alleanze sulla base dei programmi. La Lega cresce e condizionerà sicuramente di più il governo”.
Berlusconi bocciato. “Dal 6 maggio al 5 giugno Berlusconi non ha fatto altro che sparare cifre su cifre: arriveremo al 40%, supereremo il 42%, l’obiettivo è il 45! Questa avanzata straordinaria non c’è stata”. Scandisce le parole ai microfoni Dario Franceschini: “Stanno 10 punti sotto al risultato annunciato, anche sommando PDL e Lega si arriva al 46,5%. Ben al di sotto del 50%, è la verifica che volevamo, ci dice che oggi i governo è incontestabilmente minoranza nel paese”. Un caos unico nell’Europa che guarda a destra: “Dopo un anno di governo, con la destra che vince in Europa il nostro è l’unico paese dove governano e arretrano. E non saranno i primi neanche nel PPE. Il voto ha fatto svanire il mito dell’invincibilità di Silvio Berlusconi, grazie al voto degli italiani non ci siamo svegliati sotto un padrone assoluto”.
E in serata Piero Fassino, in collegamento dalla sede del Pd con il Tg4 di Emilio Fede sintetizza: “Berlusconi ha preso una musata, tagliamo corto. Su questo non ci sono dubbi. Se Berlusconi dice che l'obiettivo e' prendere il 45% - prosegue Fassino rivolgendosi al ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini che e' in studio da Fede - e poi prende il 35%, deve trarne le conseguenze, non puo' far credere di aver vinto. Da parte nostra - aggiunge - non c'e' nessun trionfalismo. Ma e' evidente che il berlusconismo spinto ha fatto perdere al Pdl dieci punti". E ancora, rivolgendosi sempre alla Gelmini: "Dovevate dirlo prima che consideravate il 35% un ottimo risultato. Sul voto finale avete perso due punti".
Astensione e vittoria della destra, dati comuni in tutta Europa.“Quando parliamo di europee capiamo come le opinioni pubbliche siano più avanti dei governi nazionali per una comune identità. Purtroppo c’è un filo comune ed è quello dell’astensionismo perché i cittadini sentono che il parlamento europeo non è determinante nella loro vita”.
Il segretario del PD ha indicato una serie di altri elementi omogenei nei diversi paesi: ”Gli elettori sanno che il voto utile è determinante per il governo, le europee sono percepite invece come un voto libero. La destra avanza perché la società attraversata da paure: la paura della crisi economica e la paura dell’immigrazione. E arretrano i progressisti”.