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intitolazione c6 littleIl 23 novembre 2024 nei giardinetti tra via Manara e via Schiaffino, abbiamo piantato due  alberi: un amareno e un cedro deodara.

Un piccolo gesto simbolico, un gesto di cura del quartiere in cui abitiamo.

Cura: il filo conduttore degli interventi della mattinata.

Alla presenza di circa trenta persone, il segretario di circolo, Guido Pietrogrande, spiega la scelta di piantare degli alberi: un'azione semplice di cura del luogo e di cura di noi stessi, grazie alla futura ombra, al raffrescamento, alla bellezza in un giardino pubblico.

Viene quindi interrato l'amareno, da parte di Andrea Campora e Marco Pietrobon.

Durante l’operazione, Elena Ferrari allarga lo sguardo dal nostro piccolo gesto e mette l'accento sull'importanza degli alberi per la vita stessa sulla Terra.

I due bambini presenti innaffiano per la prima volta le radici dell'amareno appena piantato.

Perché scegliere un gesto di cura in occasione dell’intitolazione di un circolo di partito?

Perché scegliendo un nome ci siamo “presi cura” di noi stessi.

Crediamo che prendersi cura di una comunità politica significhi darci dei riferimenti alti e posizionarsi in una storia che viene da lontano. Per questo abbiamo deciso di scegliere il nome coinvolgendo tutti gli iscritti e votando tra le tante meritevoli proposte emerse.

Per questo abbiamo invitato e sono presenti con noi i rappresentanti del Partito Democratico sul territorio: diversi membri del direttivo cittadino, le segretarie di due circoli a noi vicini, il segretario cittadino, il segretario della federazione provinciale, la segretaria regionale.

Proseguiamo dunque, leggendo alcuni passaggi di Tina Anselmi.

Partiamo da quello, riportato su un cartellone che ci fa da sfondo, scelto per la “perorazione” in favore della scelta di Anselmi fatta al circolo da Patrizia Marchesi. Questa semplice frase probabilmente ha convinto la maggioranza degli iscritti al circolo per convergere sul suo nome:

Politica è Organizzare la Speranza. 

Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico.
È giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. È tranquillità per i vecchi e speranza per i figli.
È pace.

Il secondo passaggio, letto da Andrea Campora, riguarda i ministeri da lei guidati:

Ho diretto due dicasteri, quello del Lavoro e in seguito quello della Sanità, che non erano certo di poca importanza per la vita economica e sociale del paese.
Come poi io abbia fatto il ministro sono gli altri a doverlo giudicare, e prima di tutto i cittadini.
Proprio questo è il punto: quando si sta al governo, a cominciare dal primo ministro, non bisogna dimenticare che si è lì in rappresentanza di tutti i cittadini e non solo della nostra propria parte politica. Guai a non sentire la responsabilità. 

Lavoro e salute: ti senti al centro della vita del paese. È una grande assunzione di responsabilità. Soprattutto per quando attiene alla sanità, le ingiustizie, gli sprechi, la mancanza di tutela sono insopportabili.

 

È molto facile pensare a quanto attuali siano oggi queste parole: la mancanza di tutela causata dalle insufficienti risorse per il servizio sanitario pubblico è insopportabile!

Il terzo, letto da Fausto Borgonovo, rappresenta una chiamata al nostro impegno:

Tante omissioni, tante connivenze, tanti silenzi non aiutano certo la democrazia.
Fanno sì che il suo stato di salute non sia buono.
E allora cosa fa un medico con un malato? Lo cura

Secondo me dovremmo tornare alle cure più elementari: bisogna esserci.
Ovunque c'è uno spazio nella società, nei partiti, là i democratici devono essere presenti.
Perché è il vuoto che fa paura, il disimpegno, la noncuranza; questa la malattia.
Quindi recuperare la voglia, il gusto, l'impegno politico è l'inizio della guarigione.

Ci impegniamo a considerare queste parole di Tina Anselmi come un esempio e una direzione per il lavoro del nostro circolo, da oggi a lei intitolato.

La giornata è fredda ma soleggiata, ci si prende il tempo per qualche altro intervento: Valerio Imperatori, segretario cittadino, che porta i saluti del sindaco e dell’amministrazione, questa mattina impegnati per una riunione di giunta (la cura della città…) e ricorda l’importante impegno del PD monzese per aiutare a cercare una sede al circolo; Lorenzo Sala, segretario provinciale, apprezza la scelta di piantare alberi e parla di radicamento territoriale, poi ricorda l’importanza del richiamo di Anselmi alla politica che “è pace”;  Silvia Roggiani, segretaria regionale, riprende il motto “La politica è organizzare la speranza” e afferma che oggi la nostra azione politica deve fare di più: dobbiamo ricreare la speranza. Questo impegno è di gran lunga più difficile in contrapposizione alla destra che, all’opposto, cavalca le paure.

C’è spazio per interventi dei presenti. Serena Fabbrini interviene per citare Stefano Mancuso e il modello di organizzazione in reti decentrate che le piante hanno; conclude Giuseppe Beretta con la recitazione, a memoria, di un brano classico di Platone: il dialogo tra Socrate e Fedro.

Viene consegnato a tutti i presenti un segnalibro, a ricordo della giornata, realizzato con una grafica pensata da una giovane studentessa di Liceo Artistico, che abita a san Biagio.

La mattinata si conclude al Bar La Zeguina, in via Col di Lana, con brindisi e un ricco rinfresco.

inaugurazione circolo 6