«Questa riforma significa tornare a investire sulle prossime generazioni». Roberto Rampi, deputato democratico vimercatese, descrive così la Buona Scuola, la legge che riforma – finalmente – un aspetto fondamentale del Paese, quello dell'istruzione. «L'inversione di tendenza è evidente. In passato si tagliava sulla scuola, per noi è il primo investimento. Contiamo 3 miliardi a regime, 1 miliardo tra settembre e dicembre e un piano straordinario di assunzioni».
«La cosiddetta riforma Gelmini era, soprattutto, una scelta politica. I tagli alla spesa pubblica venivano fatti guardando alla scuola. Per il Partito Democratico, al contrario, investire su capacità critiche e culturali dei giovani vuol dire permettere al Paese di ripartire».
«Questa riforma è un lavoro articolato – continua Rampi – ma credo sia giusto ricordare che la scuola torna ad essere di tutti. È la grande sfida democratica. “Restituire” il diritto allo studio a quei ragazzi che non provengono da ambienti o da famiglie con un certo livello di cultura. Che non ereditano strumenti. La scuola serve specialmente a loro. E dovrà proteggerli e tenerli agganciati, non “espellerli”, con conseguenti rischi e crisi, anche profonde. Una scuola che sarà meno standard e più pronta a rispondere alle esigenze di ognuno».
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