“Un diritto immolato sull’altare dell’integralismo ciellino”. La vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi commenta così le scelte della giunta regionale, che, con la delibera regionale adottata in materia, ha dato un’interpretazione restrittiva delle linee guida sulla fecondazione eterologa approvate dalla Conferenza Stato- Regioni.
“In Lombardia, negando ogni forma di rimborso pubblico, di fatto si escludono dalle cure tutte le coppie non agiate - afferma Valmaggi - Il costo della prestazione si aggirerà infatti intorno ai 3 mila euro. Tra le 6 mila coppie già oggi in lista d’attesa, quante di loro potranno permettersi di pagarli?”.
Ma non solo. “E’ chiaro - continua Valmaggi - che dietro le motivazioni di carattere economico c’è in realtà la volontà di limitare fortemente l’accesso alla fecondazione eterologa, come dimostrano anche le dichiarazioni del Nuovo centro destra e di alcuni esponenti dell’oscurantismo leghista lombardo”.
Le premesse, purtroppo, c’erano tutte.
L'accesso alle tecniche di fecondazione eterologa, che, come ha affermato la Consulta, è un diritto, non piace infatti al centrodestra lombardo, come confermato dalle parole dei numerosi esponenti di Lega, Ncd e Fratelli d'Italia che già avevano espresso questo orientamento con riferimento all'applicazione delle linee guida nazionali in Lombardia.
“Non diventeremo il gametificio d'Italia", aveva dichiarato Stefano Carugo, Ncd; "Sono convinto che la Giunta di Palazzo Lombardia finirà per adottare una delibera quanto più possibile restrittiva, in maniera da non incentivare, per quanto di competenza regionale, l'utilizzo dell'eterologa", Massimiliano Romeo, Lega; "Che non diventi un escamotage per aprire alla genitorialità delle coppie gay, che non sia un primo passo in quella direzione e che non apra dunque alle adozioni per tutti", Riccardo De Corato, FdI.
E ora, dalle parole si è passati ai fatti: la Regione Lombardia non applicherà alcuna tariffa agevolata per la fecondazione eterologa nelle strutture pubbliche e private convenzionate, e quindi i costi saranno tutti a carico della coppia, come nel privato puro.
Si stima che, agli aspiranti genitori, le sessanta cliniche lombarde abilitate (dall'entrata in vigore della delibera parte il blocco di ulteriori abilitazioni), chiederanno un conto che va dai millecinquecento ai tremila euro. Al momento solo laLombardia si comporterebbe in questo modo, poiché in altre Regioni è prevista una tariffa agevolata o un ticket.
Va notato che la fecondazione omologa, in Lombardia, è invece gratuita.
Inoltre, la Regione non permetterebbe l'eterologa in tutti i casi previsti dall'accordo nazionale, ma solo per le coppie in cui uno o entrambi i partner siano irrimediabilmente sterili. Le linee guida nazionali, invece, parlano anche di partner portatori di malattie genetiche o con gameti deboli, a seguito di tentativi di fecondazione omologa non andata a buon fine.
Questa limitazione lombarda, stando alle dichiarazioni degli esponenti della maggioranza, sarebbe lo stop "a derive eugenetiche".
"La scelta della Regione Lombardia - conclude la vicepresidente del Consiglio regionale Valmaggi - appare in contrasto con la sentenza della Corte costituzionale, che ha parlato di un ingiustificato diverso trattamento della coppia in base alla “capacità economica' e ha posto a fondamento del proprio giudizio la necessità di garantire il principio di equità".