Centoventi anni di storia che non si possono archiviare, è chiaro, con un “tweet” del tipo “ce ne faremo una ragione”! E’ altrettanto chiaro che questo Paese ha bisogno di un forte rinnovamento che deve per forza coinvolgere anche il sindacato. Io intravedo in questa frase di Renzi - forse non perfetta nel modo - non una forma di sufficienza nei confronti del sindacato, ma un invito a rivedere certe posizioni che oggi non sono più utili per il bene del Paese.
Come PD Monza Brianza salutiamo con soddisfazione la rielezione di Maurizo Laini, in questi giorni, alla guida della CGIL di Monza e Brianza.
Poche settimane fa, alla vigilia del Congresso CGIL, come PD Monza Brianza, siamo andati ad incontrare Laini con lo scopo di presentare la nostra nuova segreteria a guida di Pietro Virtuani.
Non nascondo che, da “vecchio iscritto” alla Fiom, e soprattutto in veste di rappresentante di Partito, mi colpì molto il ragionamento che Maurizio fece in merito al fatto che il sindacato deve cambiare rotta: Laini è uomo che non ha mai abbassato lo sguardo, è persona capace di interpretare le dinamiche che cambiano, e, di conseguenza, persona coraggiosa nell’esporre proposte molto innovative per chi conosce la CGIL tradizionale.
Noi, come PD provinciale, stiamo cercando di voltare pagina, dopo anni di tante parole e di pochi fatti, nei confronti delle politiche del lavoro: vuoi la crisi, vuoi l’emorragia di posti di lavoro troppo spesso con destinazione lontana dalla nostra Brianza, il periodo dell’attendismo è terminato e occorre passare alla proposta.
Laini, dal canto suo, rimarcò il fatto che il sindacato è ancora basato su un modello organizzativo novecentesco: gli ultimi “cambiamenti” risalgono ormai agli anni 70, parliamo quindi di quarant’anni di immobilità.
Il modello attuale, ricordava Laini, non è più adeguato, e non lo è più né dal punto di vista sindacale né contrattuale: rappresentare pensionati e qualche lavoratore “tipico” non è certo l’idea vincente per un sindacato del futuro. Una miriade di contratti collettivi nazionali, una serie di categorie organizzate a se stanti tra loro, un sindacato nazionale, regionale provinciale e territoriale… una follia, diceva Laini.
Una struttura macchinosa che, per assurdo, “offre”, se pensiamo alla nostra realtà, un solo funzionario che si occupa delle aziende con meno di 15 dipendenti; questo in un tessuto produttivo, come quello brianzolo, nel quale la piccola e media impresa è l’asse portante della rete produttiva.
Di conseguenza possiamo capire come poco capillare sia oggi un sindacato organizzato su vecchi principi.
Durante il nostro incontro, Laini ha detto di apprezzare il lavoro fatto dal Forum del PD, e si è complimentato proprio per il fatto che come Pd stiamo cercando di intercettare i vari mondi lavorativi. Le micro imprese, i lavoratori atipici, i precari…un mondo che il sindacato, così strutturato oggi, non riesce a raggiungere.
Credo che questi nuovi quattro anni della CGIL di Monza e Brianza a guida di Laini consentiranno una trasformazione del sindacato locale: offrire ai lavoratori i patronati o i servizi di carattere fiscale è senz’altro un ottima cosa, ma la scommessa sarà quella di rappresentare sindacalmente in maniera significativa tutte le forze lavoro presenti nel territorio.
Auguriamo quindi a Maurizio un buon lavoro per il nuovo mandato.
Analogamente all’incontro con CGIL abbiamo promosso un incontrato anche con Marco Viganò, segretario provinciale della CISL di Monza e Brianza e Lecco. Anche con lui si respira un aria di cambiamento per il sindacato. Medesime preoccupazioni e medesime speranze riscontrate in Laini.
Assieme ai sindacati condividiamo il rapporto sulle aziende in crisi, e devo dire che, sia con CGIL sia con CISL, abbiamo instaurato un rapporto costruttivo di confronto leale; come PD provinciale e come Forum, ci stiamo muovendo già da tempo anche con Confindustria e Camera di Commercio.
Un segno di cambiamento generale non può che renderci ottimisti per il futuro.