“Ciascuno giudica bene ciò che conosce, e solo di questo è buon giudice” diceva Aristotele, uno che qualcosa ne capiva, della vita e del mondo. Ecco dunque resa nota la bozza dell’articolato della proposta di legge elettorale battezzata Italicum, bozza che pubblichiamo in allegato: sarà così possibile, al netto dei commenti e delle critiche “di massima” che si sono rincorsi in questi giorni, farsi un’opinione un po’ più precisa della proposta e discuterne, con cognizione, nel merito.
Non sono per natura superstiziosa, ma mi sia consentita una battuta: speriamo che non valga, nel caso di specie, il detto latino nomen omen, nel nome un destino.
Insomma, forse si poteva trovare, per la tanto attesa proposta di legge elettorale, un appellativo diverso e decisamente meno evocativo del nome di un treno fatto esplodere mentre era in viaggio e mai giunto a destinazione.
E’ pur vero che il treno in questione si chiamava Italicus e non Italicum.
Ma basterà una desinenza diversa ad assicurare un futuro migliore?
Intanto Pippo Civati, insieme a altri deputati, ha presentato un documento che, partendo proprio dal testo dell’articolato, chiede la riapertura della discussione su almeno due punti: un innalzamento della percentuale per l’ottenimento del premio di maggioranza che non sia inferiore al 40%, con un premio che non superi il 15%, e questo anche al fine di scongiurare censure di incostituzionalità; un abbassamento della soglia di sbarramento dall’8% al 4% sia per le liste coalizzate che quelle non coalizzate, per meglio tutelare il principio di rappresentatività.
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