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bilgiettino_studente

Un ragazzo in visita alla Camera per il concerto di Natale, lascia un messaggio sul rispetto per la Camera a un deputato del PD, Michele Anzaldi, che gli risponde sul giornale Europa.

Egr. On. Anzaldi,
occupo il suo posto per caso, nel concerto di Natale.

Il Presidente Boldrini ha molto opportunamente parlato di e a questi giovani.

Qui, in questa occasione, sono circondato dagli allievi in divisa di qualche scuola di preti, con retta di almeno 1.500 euro al mese, e fanno casino.

La prego, per il prossimo anno, di chiedere al Presidente di invitare una scuola pubblica di Centocelle (quartiere romano, ndr).
Faranno casino uguale, ma almeno sono del popolo.

Grazie mille,

Pierfelice

(lettera firmata e lasciata sullo scranno parlamentare del parlamentare democratico Michele Anzaldi)

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Caro Pierfelice,

grazie per avermi lasciato la tua stimolante lettera e per i consigli da indirizzare alla presidente Laura Boldrini.

Ma su alcune cose, permettimi, non concordo neanche un po’. Mancanza di cultura e di sensibilità ce n’è tanta, è grave, certo, ma sarebbe davvero ingiusto e sbagliato ridurre tutta la questione alla differenza tra scuole private o pubbliche.
Piuttosto é un problema di educazione, di crescita alla luce di certi valori e anche di consapevolezza di quanto essi valgano e di quanti sacrifici, anche estremi, essi siano costati ai nostri avi.

Credimi, non sono, non possono essere i soldi la misura. Diceva don Milani «la povertà non si misura a pane, a casa, a caldo, ma sul grado della cultura e sulla funzione sociale».

Ricordo come fosse oggi il viaggio con mio padre nella Capitale, io di Palermo in visita ai palazzi della democrazia. Che emozione! I racconti di quegli uomini, anche solo la facciata del Palazzo, costruita per seguire la curva del terreno, per renderla più leggera alla vista. Un viaggio dentro la Storia, sì con la esse maiuscola.

Ti parlo da genitore, e non da parlamentare o compagno di banco, il problema davvero è complesso e rischia di portare danno a tutti, a noi, a voi ragazzi, sui quali, tuttavia, non può certo ricadere la colpa.

Oggi le famiglie, quando ci sono, sono divise tra regioni lontane o in città smisurate dove sembrano quasi non esistere più nonni, zie, cugini e tante di quelle persone, di quel tessuto che aiutava a formarci, a farci diventare adulti, cittadini. Deleghiamo tutto ad altri, se possiamo, con dubbi risultati.

La cultura, l’amore e il rispetto delle istituzioni e dell’altro non si può imporre, al massimo si può cercare di innaffiarla come fosse un seme prezioso.
Anche questo è lo scopo delle visite alla Camera.
Non te la prendere con i tuoi coetanei, però, anzi cerca di aiutarli, presto sarà vostro compito formare passioni ancora più giovani per le istituzioni, la democrazia e la libertà di questo nostro Paese.
Ti mostri sensibile e critico nei confronti delle scuole private gestite da sacerdoti. Posso permettermi di consigliarti una visita all’ingresso del Nazareno, no, non il partito, ma l’istituto, sta a pochi passi da Montecitorio?
Troverai sulla destra in alto una lapide con una lista di nomi di studenti, tutti tra i 16 e i 18 anni, partiti volontari per la guerra e mai più rientrati in quella scuola.

Mazzini diceva che «l’educazione è il pane dell’anima»: adesso tocca a te aiutarci a nutrire altri ragazzi di questo pane, a far diventare più sensibili, educati ed attenti giovani come te, avercene, e ce ne sono. Tanti, per fortuna.
Grazie.
Michele

Ps: una dritta, si dice così, no? Sai che chi scrive sulla carta intestata della Camera senza tagliarne l’intestazione commette un reato, addirittura? No, tranquillo. Era per ricordare a te, come a tutti noi, che le istituzioni sono belle , ma non si finisce davvero mai di studiarle.