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Zanda_Luigi

«Sono dei diffamatori. Soltanto il fascismo usava l`insulto come arma politica». Il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda attacca i grillini per la loro reazione al messaggio di Napolitano.

Ma c`è anche bisogno di arginare il pressing del centrodestra per un esame rapido di indulto e amnistia, il loro tentativo di fare del testo presidenziale uno strumento contro i magistrati: «Le situazioni delle singole persone, Berlusconi compreso, non c`entrano nulla con il messaggio. Qualsiasi misura che avesse il taglio di una legge ad personam, in questa legislatura non passerà mai».

Grillo a parte, le reazioni su Internet non sono positive.

«Chi critica il testo del presidente non lo ha letto e non ne ha colto né lo spirito né il contenuto. Napolitano ha rimesso al centro un tema che riguarda la civiltà dell`Italia».

Detto questo, non è molto popolare l`idea di un`amnistia.

«Nessuno mette in dubbio il principio che i delinquenti devono stare in galera e che le pene devono essere eseguite e certe. Ma nessuno, nemmeno un delinquente, dev`essere torturato. Questo dice il capo dello Stato. Il suo è un grande messaggio che pone non soltanto il Parlamento ma tutti gli italiani davanti alla verità su un problema tragico. Mi sono sentito mortificato quando il presidente ha ricordato un fatto preciso: l`Italia è stata condannata per la violazione della convenzione europea che proibisce la tortura. Perché è tortura il trattamento disumano e degradante provocato dal sovraffollamento carcerario».

Pensa però ci sia un consenso diffuso per indulto e amnistia?

«Il consenso è legato all`efficacia dei provvedimenti. L`indulto del governo Prodi aveva un limite. Certe misure generali devono seguire e non precedere riforme che riducano in modo strutturale l`affollamento».

Come?

«Con le pene alternative, aumentando i casi di detenzione domiciliare, con la messa in prova, con la revisione del reato di immigrazione clandestina. Solo così si può pensare, in un secondo momento, a indulto e amnistia. Ma in questo senso il messaggio di Napolitano è molto puntuale. Parte da una descrizione netta e dettagliata della tragedia carceraria. Fa risaltare come le galere italiane siano l`esatto opposto di quello che sancisce la nostra Costituzione all`articolo 27: il trattamento dei detenuti deve rispettare un principio di umanità e va orientato alla rieducazione del condannato. Quel tipo di provvedimenti, amnistia e indulto, è messo in coda alle riforme strutturali. Deduco, dall`ordine in cui sono indicati, che il suggerimento del Quirinale sia procedere secondo quella scaletta».

Fu un errore l`indulto votato dal governo Prodi?

«Avremmo fatto molto meglio a seguire la strada di una consecutio temporum ordinata e razionale. Esattamente la strada indicata oggi dal capo dello Stato».