Il 28 maggio è stata ratificata all’unanimità, dalla Camera dei Deputati , la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, anche detta “ Convenzione di Istanbul”
Tuttavia per essere esecutiva la Convenzione dovrà essere approvata da dieci stati, otto dei quali componenti del Consiglio d’Europa (fino ad ora solo cinque stati hanno approvato il testo: Italia, Montenegro, Albania , Turchia e Portogallo).
Si tratta del primo strumento internazionale vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza. Più precisamente, la finalità è quella di “ prevenire e contrastare la violenza intrafamiliare e altre specifiche forme di violenza contro le donne, di proteggere e fornire sostegno alle vittime nonché di perseguire gli autori.
La Convenzione mira inoltre a promuovere l’eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una effettiva uguaglianza tra donne e uomini. A tal fine invita gli Stati aderenti ad adottare tutte “le misure necessarie per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull’idea dell’inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini”.
Ma l’aspetto più innovativo del testo è senz’altro rappresentato dal fatto che la Convenzione riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione.
Nella Convenzione viene riconosciuta ufficialmente la necessità di azioni coordinate, sia a livello nazionale che internazionale, tra tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella presa in carico delle vittime e la necessità di finanziare adeguatamente le azioni previste per la prevenzione e il contrasto del fenomeno, nonché per il sostegno delle vittime e lo sviluppo dei servizi a loro dedicati.
E’ prevista anche la protezione e il supporto ai bambini testimoni di violenza domestica e viene chiesta la penalizzazione dei matrimoni forzati, delle mutilazioni genitali femminili e dell’aborto e della sterilizzazione forzata.
Per il Presidente della Camera Laura Boldrini, questa approvazione rappresenta un passo importante per il Paese.