Alessandro Mitola chiede scusa a tutti per il disastro che il PD ha saputo compiere in questi giorni. Un atteggiamento, il suo, responsabile, rispettoso del ruolo che ricopre e sensibile nei confronti di un elettorato prostrato. Ma da ben altri dovrebbero arrivare le scuse a noi tutti!
E ora, neppure le dimissioni di Bersani e della Bindi, sono più sufficienti.
"Un traditore su quattro" che fa parte del gruppo dirigente del PD, ci consegna un partito i cui vertici devono essere completamente azzerati. Tutte quelle mani alzate a sostegno di Prodi, 101 delle quali scriveranno poi, nel segreto dell'urna, un nome diverso, sono una vergogna, un affronto intollerabile che affondano "le speranze di tutti i democratici onesti".
A costoro, che non hanno avuto il coraggio di esprimere apertamente il proprio dissenso, prima del voto, e si sono trincerati dietro l'anonimato per colpire vigliaccamente, non solo Prodi, ma gli ideali, le aspirazioni, la fiducia di coloro che avrebbero dovuto rappresentare degnamente nel luogo sacro della democrazia, il Parlamento, a costoro io dico che dovrebbero vergognarsi e sentirsi responsabili di aver umiliato un intero elettorato.
Io non restituirò la tessera del partito nel quale ho creduto. Sono loro che devono andarsene, e lavorerò, giorno dopo giorno, insieme ai rappresentanti del nostro territorio, eletti nella Parlamentarie, perchè ciò avvenga, e al più presto.
Il PD deve essere rifondato e guidato da una nuova classe dirigente, lontana dalle incorostazioni e dai veleni del passato. Una classe dirigente in sintonia con la sua base, che sappia ascoltarla, interpretandone al meglio le aspirazioni e gli ideali, con una linea politica chiara e coerenza nei comportamenti.
Ora tocca a noi. Siamo stanchi, ma non logorati da un potere che non abbiamo mai rincorso, e siamo ancora numerosi e possiamo farcela a voltare pagina, una volta per tutte.