Giovanna Porro, delegata di Monza all’Assemblea Nazionale del Partito Democratico, ci ha rilasciato gentilmente questa intervista che riporta le sue personali impressioni e considerazioni sull’ultima riunione di quest’organo lo scorso 6 ottobre a Roma; pubblichiamo il contributo ritenendo queste impressioni ancora “a caldo” un interessante testimonianza.
Ciao Giovanna, per iniziare ti chiedo: quale clima si respirava nella platea dell'Assemblea?
L’Assemblea Nazionale era al gran completo, con delegati attenti, silenziosi, seduti in uno spazio riservato solo a loro; erano presenti anche latri invitati, giornalisti e curiosi... fuori. Un fuori che non ho certamente percepito come un voler tenere il nostro dibattito in stanze segrete (più seguito di così!) ma come rispetto per il compito che stavamo affrontando.
Con quali modalità operative si è svolta l'Assemblea?
L’Assemblea si è svolta con modalità rigorose, soprattutto le votazioni: il numero dei delegati è stato depurato da presenze senza più diritto, gli scrutatori, nominati tra i delegati, sono stati assegnati al conteggio per ogni settore in cui eravamo seduti, c’è stata una chiara proclamazione dei risultati delle votazioni. Questi segnali sono sicuramente dovuti alle aspettative create perché l’Assemblea potesse esprimersi democraticamente.
Quali sono le tue impressioni sulle parole del segretario Bersani?
Il grande protagonista è stato Bersani: la sfida che ha lanciato al partito, o forse più ad un apparato molto riluttante nel seguirlo, è stata coraggiosa. Nelle sue parole ho sentito un messaggio che dice che vogliamo essere il partito dei democratici e dei riformisti, che vogliamo farci carico del compito di riavvicinare i cittadini alla politica e vogliamo non lasciare solo nessuno. Noi siamo anche il partito che ha voluto Monti e lo sosteniamo, ma per questo non rinunciamo a voler cambiare l’agenda europea e italiana. E infine che vogliamo regole per le primarie che non ostacolino la partecipazione dei cittadini.
Ho capito che Bersani, in questo momento in cui il credito della politica è vicino allo zero, ha voluto dirci che se vogliamo riconquistare la fiducia dei cittadini non dobbiamo avere paura di chiedere di votare alle primarie, perché le primarie saranno un banco di prova per un PD che vuole essere all'altezza di governare il Paese.
Riguardo gli interventi di altre persone intervenute a parlare cosa ti ha colpito?
Mi è sembrata visibile la chiusura, o la paura, di molti degli interventi e i commenti sentiti, scambiati, raccolti: il nemico è Renzi e non la destra o i populismi, il nemico è chi ha osato immaginare che le primarie fossero uno strumento di democrazia e non una incoronazione (da parte di chi poi?); quindi ho sentito propositi di chiusura dei circoli e del partito a difesa del segretario: ma Bersani non ci ha chiesto questo!
Fino all'ultima votazione si sono visti tentativi di presentare emendamenti, modifiche e ancora una volta Bersani che visibilmente non riusciva più a stare seduto li ha stoppati. Si potrà sostenere Bersani senza i suoi sostenitori?
E infine, rispetto alle perplessità e ai dubbi emersi nel corso dell'incontro preliminare che si è svolto a Monza in preparazione dell'assemblea, cosa effettivamente non ha funzionato nell’Assemblea?
A parte il sottolineare ancora una volta come i documenti da discutere in assemblea sono arrivati in ritardo (“in ritardo” è un eufemismo, perché li ho ricevuti venerdì sera e alcuni delegati partiti il giorno prima li cercavano in sala), ci sono stati degli aspetti che non mi hanno convinto che citi qui per punti:
- Il numero dei delegati è veramente troppo grande
- I lavori concentrati in una sola giornata sono poco produttivi, ho preferito quando l’Assemblea Nazionale si è svolta in due giornate, magari con un po' di fatica in più ma con la possibilità di lavorare in gruppi più piccoli e quindi di dibattere sui realmente sui contenuti
- I rimborsi previsti per i delegati sono da rivedere: troppo lungo il tempo di attesa (non abbiamo ancora ricevuto quelli dell’Assemblea precedente) e non sono chiari i criteri con cui vengono stabiliti (questa volta potrebbero essere di più di quanto ho speso, perché?)
- Non tutto quello che abbiamo votato è risultato chiaro (io ho votato sì ai tre documenti presentati) : Bersani ha il mandato di trattare con la coalizione, ma quale coalizione? Al secondo turno delle primarie chi potrà votare? Verranno posti limiti stringenti sui costi della campagna dei vari candidati? Si verserà un solo contributo?
- Resta sullo sfondo la mia ultima domanda: quale e come il rapporto tra assemblea e circoli? quale e come si creano le condizioni per una democrazia partecipata che discute ma decide?
Come redazione di PDMonza.org ringraziamo Giovanna e dichiariamo… aperto il dibattito!