Il problema del premio di maggioranza è assai delicato: garantire abbastanza stabilità al Premier per attuare una politica saggia e di lungo respiro, ma sventare il rischio che la concentrazione di potere degeneri in dittatura (in senso largo) quale la ns recente.
Di fatto, una maggioranza eccessiva ci ha portato a non poter licenziare il Cavaliere fino a termine una volta; ed ora ci ha dovuto salvare l'Europa! Egli, con la sua faccia di bronzo ha preteso di ritenersi sempre unto dal volere popolare; a nulla son valsi i chiarissimi responsi delle elezioni amministrative. Sarebbe forse auspicabile che detti responsi intermedi potessero influire per legge sul peso dei voti della maggioranza.
Per es, se all' inizio legislatura una coalizione ha ottenuto 300 seggi in Parlamento grazie a 45% dei voti validi, e nei tre anni seguenti la sua percentuale nelle varie amministrative è scesa a 36%, per cui perderebbe il premio di maggioranza, riducendosi a 230 deputati, si potrebbe:
- - far decadere gli ultimi suoi 70 deputati, oppure:
- - senza farli decadere, ridurre il peso dei loro voti nel rapporto 230/300 nelle votazoni del resto della legislatura.
Analogamente la coalizione inizialmente all' opposizione potrebbe veder i propri voti ripesati (compreso premio di maggioranza, se del caso).
Non è detto che i parlamentari si opporrebbero a tale proposta: almeno non la destra, che al prossimo voto partirebbe ammaccata in tal modo, da dover solo sperare nel futuro...
Questa è la mia versione in salsa italiana delle elezioni "mid-term" USA. Piero