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PGT_2Alla circoscrizione 1 (5 a 5) ed alla 5 (7 a 7) pari e patta tra maggiornaza e opposizione. Alla 2 ed alla 3 vince l'opposizione alla Variante al PGT. Alla 4 seduta rinviata (forse a giovedì 8 pv.) su richiesta di un consigliere di FI.

Qualcosa di più che scricchiolii; le considererei forti scosse di terremoto. Premonitrici di un imminente Big One al Comune entro il 18 marzo, data in cui si decide sulla Variante? C'è da sperare.

In effetti le scosse dalle Circoscrizioni hanno un contorno di circostanze rivelatrici di uno sfaldamento delle maggioranze presso le quattro circoscrizioni presiedute da PdL o Lega. Alla 1, ed ancor più alla 5, le assenze determinanti di consiglieri di maggioranza ne sono dimostrazione evidente; ma alla 2 vince nettamente la minoranza, ed altrettanto alla 3, la sola ad avere una maggioranza "amica" dell'opposizione al Comune; mentre alla 4 il rinvio, chiesto da un consigliere di FI, conferma il malessere di cui sopra.

E del resto il malessere, anzi qualcosa di più, è evidente non solo in Comune, dove la maggioranza ...non è più tale; ma addirittura in Regione, dove gli interventi della Giustizia contro presunti corrotti appartenenti alla maggioranza si susseguono, con inevitabili riflessi, politici e psicologici, anche presso le amministrazioni dello stesso colore dell'area milanese.

Voglio qui raccontare con un certo dettaglio quel che è successo ieri sera alla Circoscrizione 5. Che non sia serata favorevole per la maggioranza lo si capisce subito: mentre i sette consiglieri di opposizione sono tutti presenti, nella maggioranza ne mancano quattro, tutti di FI; il che riduce a sette anche loro. Quindi, male che vada, si finisce in pari; com'è infatti avvenuto.

Il primo argomento all'odg è la Variante, e riferisce la consigliera Multari, coordinatrice della commissione urbanistica, che riassume il verbale della riunione sull'argomento. Anche se disponibile solo da qualche ora, molti di noi hanno avuto il tempo di sbirciarvi dentro, constatando - come ci si attendeva - che le numerose critiche motivate e/o suggerimenti di correzione di svariati dettagli, emersi nella riunione, vi sono fedelmente riportati. Non è peraltro la prima volta che ciò succede: la Multari, architetto puntiglioso e ben informato, non può e non vuole giustificare le assurdità della Variante, che ha del resto criticato anche quando ci fu chiesto di giudicare la prima proposta. Anche allora accolse e riportò fedelmente le perplessità della minoranza su numerosi punti. Si rende conto però, al contempo, che dopo avere scritto quel che ha scritto, sarebbe assolutamente incoerente, per lei, votare a favore della Variante.

Com'è successo altre volte, la toglie d'imbarazzo il presidente, secondo il quale il nostro è un voto "tecnico" - così lo definisce il capogruppo della Lega - e riguarda solo gli aspetti formali del verbale. Il che vuol dire che chi vota sì non approva la Variante, ma soltanto il verbale della commissione. Ma è un vecchio trucco - e spiace che il nostro presidente ricorra a questi mezzucci da prestigiatore da strapazzo - che serve non solo a giustificare il voto favorevole della maggioranza, ed in particolare della Multari; ma anche per cercare - non si sa mai - il voto di qualche consigliere di minoranza che che ha apprezzato il contenuto, critico verso la Variante, del verbale.

Nessuno di noi, infatti, ci casca, e votiamo tutti contro, dopo aver fatto osservare che non di voto tecnico si tratta, ma di voto politico a favore o contro la Variante. Mentre la maggioranza, ovviamente, vota compattamente a favore. Con il risultato che ho riportato sopra: sette a sette. Che è equivalente a un "no contest". Formalmente nè vincitori nè vinti. In teoria si dovrebbe riconvocare un consiglio per votare di nuovo. Ma tutto lascia pensare, considerati i tempi strettissmi, che non se ne farà niente.

Ma in realtà ha vinto la minoranza, che ha ottenuto che la Variante non venisse approvata. Che era esattamente quel che voleva.