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Limiti più stringenti per le emissioni degli impianti industriali, contributi per l'installazione di pompe di calore e per filtri antiparticolato sui mezzi diesel di cantiere, diffusione del mobility manager e certificazione delle caldaie attraverso il bollino blu.

Queste, assieme allo sviluppo di una rete di monitoraggio delle emissioni dei camini industriali e al programma regionale 'Pria' sono in sintesi le 'nuove' politiche strutturali di lotta all'inquinamento che la Regione ha ufficializzato martedì scorso in una conferenza stampa tenuta a Palazzo Lombardia. Per il presidente Formigoni e l'assessore all'ambiente Raimondi si tratta "di misure permanenti che producono risultati misurabili", di tutt'altro parere il Partito democratico che bolla il piano come un film già visto.
"Niente di nuovo sotto lo smog - ha commentato a caldo Arianna Cavicchioli dopo aver appreso il contenuto del piano aria regionale - "sono provvedimenti necessari, ma niente di innovativo o realmente risolutivo. E intanto crescono nei cittadini un'esigenza di salute, di qualità della vita e una coscienza ambientale che meritano altre risposte". Più politico e caustico il commento del collega Giuseppe Civati secondo il quale martedì "abbiamo assistito alla stessa conferenza stampa dell'anno scorso e di quello prima. In realtà, per Formigoni l'unico modo di risolvere il problema smog è quello che lui cambi aria. Tanto ormai non ha più la passione di un tempo".