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scuola-lavagna-registroUna delegazione del Gruppo regionale del Partito democratico ha incontrato, martedì 11 ottobre 2011, a Milano, il direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio.

Nella riunione è stato affrontato il tema della riorganizzazione degli uffici scolastici regionali che, a seguito del decreto ministeriale, rischiano pesanti tagli, ad esempio nelle province di Lodi e di Sondrio dove si parla da tempo di chiudere la sede dell'ufficio scolastico territoriale.
Erano presenti Fabio Pizzul per la provincia di Milano, Fabrizio Santantonio, lodigiano, Gianantonio Girelli, bresciano, Agostino Alloni, cremonese.

I consiglieri hanno chiesto a Colosio di conoscere i termini della questione a tutto tondo e quali proposte vengano dall'Ufficio scolastico regionale.

Il dirigente ha fatto sapere che il decreto ministeriale concernente la riorganizzazione del Ministero dell'Istruzione apporta una riduzione del 10% dei dirigenti degli uffici e delle relative dotazioni organiche.

Praticamente, in Lombardia si passerebbe da 21 a 17 sedi. Il ruolo degli uffici scolastici provinciali è particolarmente delicato, visto che in Lombardia - su una popolazione di un milione e mezzo di studenti, università escluse - devono gestire 145mila insegnanti, di cui 30mila precari con contratti annuali.

"L'idea del dirigente Colosio per affrontare la nuova situazione -hanno commentato Pizzul e Santantonio, ricordando quanto emerso dall'incontro - è di proporre una ristrutturazione generale per un nuovo assetto dei servizi amministrativi della scuola lombarda.

L'obiettivo è di ottimizzare gli uffici senza penalizzare i territori, utilizzando gli Ster, le sedi territoriali di Regione Lombardia, e questo porterebbe a un significativo risparmio dei costi di gestione - proseguono i due esponenti Pd -. Colosio cerca una soluzione per non togliere i servizi al territorio, mantenendo gli uffici scolastici e diminuendo i costi". 

Il risparmio sarebbe tale da salvare i servizi territoriali delle varie province e da garantire un modello organizzativo che permetterebbe alla scuola lombarda quell'autonomia già prevista dalla legge Bassanini e mai attuata compiutamente.

"Un'autonomia che porterebbe molte più risorse di quante oggi arrivano nella nostra regione, frutto di un riparto nazionale che non tiene in considerazione i numeri straordinari per quantità e qualità della scuola lombarda.

Numeri che sono elemento indispensabile per una regione che vuole definirsi moderna e competitiva", hanno aggiunto Pizzul e Santantonio.
La risposta del Pd a Colosio non si è fatta attendere.

I consiglieri democratici hanno dichiarato interesse per il possibile utilizzo dei cosiddetti Pirellini che porterebbe a riunire in questi nuovi uffici anche le competenze e le funzioni in materia scolastica di Province e Regione, dando avvio a un nuovo modello organizzativo territoriale.

"La Regione - hanno concluso gli esponenti Pd - deve affiancare con un'iniziativa politica forte la nuova ipotesi di organizzazione regionale che metterebbe la Lombardia nella condizione di valorizzare l'autonomia della scuola lombarda, riconosciuta e mai attuata dalla legge regionale 19, e di mantenere alto il livello dell'offerta formativa".