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giovani.precariA partire dal documento sul lavoro votato a maggio 2010 nel corso dell’Assemblea Nazionale, tutto il partito ha lavorato per integrarlo in modo che costituisse una proposta “globale”. In particolare si vuole prima di tutto risolvere un problema culturale, restituendo al lavoro la sua dignità e importanza, riportandolo al centro del dibattito politico.

La proposta del Partito Democratico ha come cardini:  la lotta al precariato, il riconoscimento dei diritti fondamentali a tutte le forme contrattuali, la lotta alla disoccupazione giovanile, le agevolazioni al lavoro femminile per renderlo conciliabile con gli impegni familiari, la riorganizzazione degli ammortizzatori sociali e delle politiche di ricollocamento.

La Lombardia in questo senso deve portare un contributo specifico al congresso di Genova: siamo in un’area di nuove professionalità, come alcuni lavori autonomi particolari (che tali vogliono essere, non le false partite i.v.a.) che vogliono più tutele e più rappresentanza e peso; tutte queste nuove realtà non possono essere ignorate nel documento finale che uscirà dal congresso nazionale.

La proposta del nostro partito deve significare in definitiva una svolta in confronto alle attuali politiche del governo in questo campo, che attua una politica che mette le toppe ma non risolve i problemi e smonta le tutele. Il Partito Democratico vuole nuove regole per il mondo del lavoro ma non solo, vuole politiche per creare il lavoro (che tengano conto anche del contesto internazionale), perché sa bene che le regole da sole non bastano.

A seguire una serie di interventi dei convenuti che sottolineano e integrano la relazione della Specchio. In generale da parte di tutti emerge una sottolineature riguardo la lotta la precariato, male maggiore e da combattere con politiche che incentivino i contratti indeterminati e disincentivino i determinati o atipici.

Altri suggeriscono come sia un meccanismo virtuoso quello di premiare le sole imprese che attuano politiche di abbattimento del precariato e che reinvestono gli utili in ricerca e innovazione, tramite politiche di defiscalizzazione.

I Giovani Democratici e altri ancora sottolineano invece come si stia investendo poco sulla formazione di lavoro di qualità che possa occupare i laureati, spesso indicati come “troppi” rispetto alle richieste del mercato pur essendo nella percentuale del  19,8% rispetto alla popolazione giovanile, ben al di sotto della media europea (in Germania ad esempio sono il 32%).

Sempre i Giovani Democratici stanno lanciando una campagna per la raccolta firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare per regolamentare l’istituto dello stage secondo obiettivi minimi di apprendimento da raggiungere e un minimo di retribuzione, a differenza della situazione attuale dove significa solo sfruttamento.

Come Forum lavoro MB interveniamo rimarcando come le nostre proposte dovranno essere il più possibile concrete, per avvicinare a noi il più alto numero possibile di elettori disillusi da una politica che sembra solo chiacchere, oltre a ricordare come il precariato non sia solo nelle piccole aziende, ci sia bisogno di serie politiche di ricollocamento per i disoccupati, come la ricerca e l’innovazione siano la ricetta per vincere le sfide che la globalizzazione e la crisi economica impongono al nostro paese e alla nostra regione.

Tutto questo, assieme ai contributi che arriveranno dalle altre regioni d’Italia, sarà discusso a Genova per rimarcare che il Partito Democratico è il partito del lavoro, l’unico capace di affrontare in maniera organica e completa questo tema senza occuparsi esclusivamente degli interessi di questa o quella categoria, ma parlare all’imprenditore come all’operaio, al co.co.pro come alla partita i.v.a.