Profughi, immigrati, rifugiati politici, clandestini, sono migliaia i disperati che fuggono dalla dalle guerre, dalla violenza, dalla disperazione, dalle barbarie delle loro terre d'origine, sull'onda degli stravolgimenti economici e politici in atto nei Paesi dell'area del Mediterraneo orientale. Vengono definiti con i più svariati termini, raramente con quello più semplice di persone con una loro storia, una loro identità un loro triste percorso. E soprattutto vengono percepiti principalmente come un grande problema da gestire o addirittura evitare, prima ancora che da comprendere umanamente.
La risposta del Ministro dell'Interno Maroni non appare molto incoraggiante, anzi piuttosto allarmante: è la stessa da diverse settimane, dichiara puntualmente che "esiste il rischio concreto che tra i migranti in fuga dal Nord Africa vi siano individui legati al terrorismo islamico", senza di fatto fornire soluzioni di alcun genere.
Il Pd chiede solo che non si strumentalizzi questa situazione drammatica, come la Lega sta cercando di fare, e che il governo tuteli il Paese dall'eventuale rischio di infiltrazioni terroristiche con competenza, senza spaventare gli italiani e senza scaricare la propria inadeguatezza al sud Italia e sulla pelle dei disperati che cercano solo un po' di pace.
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