Mai più eletti in Consiglio per grazia ricevuta, maggior rappresentanza delle donne e stop al presidente a vita. La legge elettorale regionale deve essere riformata da tempo e gli eventi politici legati alle polemiche sul listino, leggi Nicole Minetti, e sulle firme false ne sono una prova. Il PD, con il segretario Maurizio Martina, aveva chiesto a Formigoni la disponibilità a mettere mano alla riforma elettorale.
Dopo circa un mese, messo alle strette dall'attualità, il presidente lombardo si è detto convinto della necessità di cambiare la legge. È bastato dirlo: in due giorni il PD ha presentato le proprie proposte in un testo di legge che può e deve essere la base di partenza per arrivare in tempi ragionevoli a colmare una lacuna: approvare un testo in linea con la legge nazionale e con il nuovo Statuto regionale.
Ecco le proposte: abolizione del listino bloccato, elezione di ogni consigliere attraverso le preferenze e su base provinciale con doppia preferenza uomo - donna, premio di governabilità fissato ad un ragionevole 55% anziché 60%, incandidabilità del presidente dopo due mandati consecutivi. E ancora, garanzia di elezione di almeno un consigliere per ogni provincia, rimozione dell'ineleggibilità dei sindaci dei comuni sotto i 5mila abitanti. Proposta ulteriore, che però riguarda lo Statuto, è l'abolizione dei sottosegretari e la riduzione degli assessori regionali.
"È giunto il momento di mettere mano a quella legge - spiega il segretario regionale del PD Maurizio Martina - che non si è fatta finora solo perché ritoccandola il Consiglio avrebbe dovuto recepire il limite di due mandati del Presidente, cosa che Formigoni non voleva assolutamente si facesse prima delle scorse regionali. Ora c'è una disponibilità da parte sua? Ecco le nostre proposte, che dicono che nessun consigliere deve essere eletto per grazia ricevuta ma solo per voto popolare, che non ci possono essere province prive di rappresentanza, che occorre introdurre un dispositivo come quello della doppia preferenza uomo - donna, già sperimentata in Campania con buoni frutti sul piano della presenza femminile in Consiglio regionale. Non basta, occorrerà anche abolire i sottosegretari, che hanno deleghe in alcuni casi perfino imbarazzanti, come quella all'attrattività e quella al cinema. E anche gli assessorati possono essere ridotti senza problemi da 16 a 12. Dobbiamo introdurre elementi di semplificazione e di razionalizzazione, per essere più in sintonia con la Lombardia".
"Dopo lo scoppio dell'affaire Minetti - aggiunge il capogruppo PD Luca Gaffuri - abbiamo chiesto a Formigoni di confrontarci sull'abolizione del listino che, come ho detto in Consiglio con parole molto dure, si era trasformato in un casino. Per un mese il governatore non ha dato alcuna risposta. Ora che abbiamo la sua disponibilità diciamo che ci sono proposte concrete e che bisogna affrontare subito il nodo, perché o lo si fa a inizio legislatura o non lo si fa più. Dobbiamo anche evitare un futuro scandalo delle firme false, pessimo spettacolo che il PDL e la Lega hanno offerto alla Lombardia. Proporremo che la raccolta firme avvenga solo dopo la presentazione dell'elenco dei candidati in tribunale, cosicché i cittadini potranno esaminare serenamente se firmare oppure no". Sullo scandalo delle firme, a cui il presidente lombardo ha risposto nella stessa giornata di martedì in modo sferzante apostrofando i radicali "che non sono nemmeno in Consiglio", Gaffuri risponde in modo altrettanto sferzante: "ai lavori del Consiglio regionale della Lombardia interviene più il radicale Cappato che Formigoni", alludendo alle due contestazioni messe in scena dall'ex europarlamentare radicale in questi mesi, l'ultima proprio nella seduta di ieri.
Fonte: newsletter del PD del consiglio del consiglio regionale della Lombardia