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baioNei giorni scorsi con una lettera inviata al segretario Bersani e  alla capogruppo Finocchiaro, Emanuela Baio ha motivato le sue dimissioni dal Pd, entrando nel gruppo misto per l’Adp di Francesco Rutelli.

Civati e Brambilla in comunicato stampa, pur rispettando la scelta della Baio, chiedono che si dimetta da senatrice per rispettare il partito e soprattutto gli elettori che hanno permesso la sua elezione.

Emanuela Baio Senatrice da due legislazioni, da sempre impegnata nel nostro territorio della Brianza, in particolare sui temi del sociale, della famiglia e della pace è stata tra le fondatrici, prima della Margherita e poi del Partito Democratico.

Il Pd di Monza ringraziandola per il grande l’impegno dimostrato in questi anni (ultimamente anche sulla Villa Reale) proprio per rispettare una scelta difficile e travagliata come questa si associa a chi  le chiede di dimettersi da senatrice, proprio perché eletta nel pd e nel nostro territorio.

Di seguito la lettera della Senatrice Baio e il Comunicato stampa dei Consiglieri Regionali Civati-Brambilla.


 

Lettera della Senatrice Baio

Cara amica, caro amico,

Dopo una lunga e sofferta riflessione ho scelto di lasciare il Pd, di cui sono stata fondatrice e profonda sostenitrice, e di aderire al gruppo Misto nella componente di Alleanza per l'Italia. Le motivazioni sono di natura politica.

Siamo di fronte a nuovi scenari e finalmente viviamo "l'inizio della fine del berlusconismo".Il Pdl sta perdendo consensi e il Pd è incapace di prospettare alleanze politiche in grado di rispondere ai bisogni reali del Paese. Cercare di recuperare, per l'ennesima volta, consensi a sinistra lascia inascoltate le voci di tutte le forze moderate e riformiste che potrebbero invece rappresentare, in futuro, una nuova maggioranza, in grado di ridare speranza a tutti i cittadini, in particolare ai giovani. Infatti, un partito, per fare una sintesi deve riconoscersi in alcuni valori che devono essere elaborati, condivisi e quindi tradotti in scelte politiche chiare.

Vi offro due esempi che evidenziano le contraddizioni del Pd e l'incapacità di comprenderlo: la difficoltà ad elaborare una  politica del lavoro chiara e capace di interpretare le radicali trasformazioni che lo scenario economico internazionale oggi propone, il caso Fiat  è la dimostrazione dell’incapacità del Partito di leggere il nuovo mondo del lavoro e di dare risposte adeguate a tutta la società e in particolare dei giovani.; le politiche per la famiglia - tema a me molto caro - ennesimo terreno su cui si gioca la battaglia delle insanabili visioni, da un lato chi promuove una concezione radicalmente individualista e chi, come me, crede nella comunità familiare.

Fra il mio impegno politico e i miei valori non c’è soluzione di continuità: fra vita, politica e fede non c’è iato.  Chi guarda a questo tipo di percorso senza pregiudizio, vi individua una coerenza che oggi chiede più che mai di essere ribadita. Proseguo, infatti, la mia esperienza politica in un movimento di cui condivido valori e aspirazioni, in assoluta fedeltà e coerenza ai principi per cui mi sono sempre impegnata senza riserve. Da moderata scelgo i moderati.

Come diceva Pirandello: "nulla è più complicato della sincerità". Ai politici è chiesta una sola cosa: scegliere. Io ho scelto.

Con immutato affetto
Emanuela Baio

 


 

Comunicato stampa di Giuseppe Civati ed Enrico Brambilla

Civati e Brambilla su addio al Pd della Baio: «Sia coerente, si dimetta da senatrice». «Dopo aver annunciato che lascerà il Pd la senatrice Baio dovrebbe essere coerente e dimettersi. Crediamo che le dimissioni siano una forma di rispetto verso i cittadini che l’hanno eletta per fare la parlamentare del Pd». Lo dichiarano i consiglieri regionali lombardi del Pd eletti in Brianza, Enrico Brambilla e Giuseppe Civati, commentando l’addio al Pd della senatrice Emanuela Baio, esponente democratica brianzola. «Rispettiamo Emanuela – continuano Brambilla e Civati -, il suo lavoro e le sue scelte, anche se le motivazioni dell’addio ci sembrano un po’ pretestuose. Sul merito di alcune di esse, pensiamo comunque che in un partito come il nostro ci si debba confrontare e alla fine scegliere, perché con le interdizioni non si va e non si può andare da nessuna parte. A Emanuela chiediamo quindi semplicemente coerenza, cioè di lasciare il posto a un’altra persona eletta dai cittadini che hanno votato il Partito democratico».