Parlare di immigrazione partendo dal documentario “Ad ogni costo” credo sia stata la scelta migliore per ricordarci che gli immigrati non sono numeri ma sono persone in carne e ossa che hanno storie dolorosissime da raccontarci.
L'incontro in sala Maddalena organizzato dal Gruppo tematico Accoglienza e Integrazione del PD Monza è stato coordinato da Anna Guarnieri che ha presentato gli ospiti della serata: il regista del documentario Jurij Razza, Don Augusto Panzeri della Caritas Decanale, Egidio Riva Assessore al Welfare e Salute del Comune di Monza e Tommaso Castoldi della Cooperativa POP (Rete Bonvena).
Di seguito la breve introduzione di Anna: “Il titolo che abbiamo pensato per questa serata è "Che almeno arrivi la nostra storia". Questa è una frase tratta da una canzone dell'ultimo album dei Modena City Ramblers.
Abbiamo scelto questo titolo perché crediamo che sia importante ridare voce e così identità ai migranti, dal momento che tutti e tutte abbiamo sempre tanto da dire sulla questione mentre i diretti interessanti non hanno la possibilità di raccontare chi sono e da dove vengono.
Vogliamo ricordare che non è normale quello che è accaduto e che sta accadendo perché se una persona è in difficoltà la si aiuta, se una persona tra l’altro è molto in difficoltà tanto da rischiare la vita, la si aiuta ancora di più. Non la si abbandona in mezzo al mare o su una costa dove sarà imprigionata e torturata, non la si lascia nelle mani di una polizia che la respingerà brutalmente. Perché fare questo non è normale ed è una responsabilità.
La solidarietà e l'umanità sono i comportamenti normali e sono da incentivare, contrastando l'egoismo, l'indifferenza e l'abitudine all'ingiustizia. Poi chiaramente viene il resto, poi chiaramente ci vogliono proposte per un sistema di accoglienza e integrazione ben strutturato.
Per questa ragione questa serata ha l'obiettivo di ridare spazio alle persone migranti, capire cosa sta succedendo dal punto di vista dell’accoglienza nella nostra realtà monzese e brianzola, riflettere assieme su cosa possiamo fare come cittadini per contrastare la narrazione e le proposte della destra italiana sull’immigrazione.“
Il regista Jurij ha raccontato come è nata l'idea del documentario che è stato girato nel 2020 con il supporto della Caritas di Lecco e che ha vinto nel 2021 il Primo Premio all'International Multicultural Film Festival di Perth e Melbourne in Australia.
La Caritas ha aiutato Jurij a coinvolgere 10 persone migranti, provenienti da 10 Paesi diversi ma con in comune un'esperienza di migrazione veramente dolorosa e toccante. Interessante l'aspetto citato da Jurij che le persone migranti non sono spesso in grado di raccontare la loro esperienza se l'hanno appena vissuta, perché hanno bisogno di rielaborarla per essere poi in grado di descriverla.
Alla fine del documentario era palpabile in sala l'emozione prodotta nei presenti! Non poteva esserci ospite migliore per commentarla di Don Augusto della Caritas Decanale. Don Augusto ha citato tre cose nel suo breve intervento:
- la rabbia provata di fronte alla inutile sofferenza che le persone del documentario ci avevano appena raccontato
- una breve riflessione sul rapporto che gli italiani hanno con le diversità culturali delle persone migranti e sull’ opportunità di ripensare il modello di integrazione su cui abbiamo finora lavorato
- infine, dal punto di vista pratico, come sia la casa l'aspetto più critico che devono fronteggiare oggi sia le organizzazioni umanitarie sia gli stessi migranti, anche quelli usciti dal percorso di accoglienza e ormai in grado di sostenersi economicamente.
Gli interventi dell'Assessore Egidio Riva e di Tommaso Castoldi sono stati perfettamente in sintonia nel descrivere come sia le Amministrazioni locali che le Cooperative di accoglienza siano immerse in un meccanismo che continua a trattare l'immigrazione come una emergenza mentre è ormai chiaro che si tratta di un fenomeno strutturale che continua e continuerà nel tempo.
Questa situazione è stata perfettamente descritta dai numeri che sia l'Assessore Riva che Tommaso Castoldi hanno portato, ricordandoci che sono attive sul territorio due diverse tipologie di strutture di accoglienza:
- il SAI (il Sistema di Accoglienza e Integrazione che ha sostituito lo SPRAR) che rappresenta la risposta strutturale in cui lo Stato coopera con le Amministrazioni comunali
- I CAS (Centri di Accoglienza Straordinari) che rappresentano invece la parte emergenziale e che dovrebbero rappresentare una fase breve e provvisoria del percorso di accoglienza
Sia l'Assessore Riva che Tommaso Castoldi hanno presentato una situazione in cui i migranti coinvolti nei progetti SAI, circa 60 a Monza, sono più o meno un terzo di quelli ospitati nelle strutture emergenziali CAS. Inoltre, con il recente decreto impropriamente e indegnamente chiamato “Cutro”, il governo Meloni ha deciso di escludere dalle forme di sostegno previste dall’accoglienza attività come il sostegno psicologico e i corsi di lingua italiana!
Una menzione particolare l'Assessore l'ha riservata ai minori non accompagnati che per legge devono essere accolti e curati dalle Amministrazioni comunali. A Monza sono circa 70, presi in carico dai Servizi Sociali del comune ma spesso con gravissimi problemi sul luogo in cui ospitarli. Può addirittura verificarsi il paradosso che un Assistente sociale di Monza segua ragazzi ospitati in una comunità di un'altra regione!
Gli interventi dei partecipanti alla serata sono stati ricchi di spunti:
- la centralità del problema casa, nonostante sappiamo tutti che a Monza il numero di appartamenti sfitti è molto alto. Il problema casa, ovviamente, non riguarda solo i migranti ma anche i cittadini italiani a basso reddito, in modo particolare giovani e lavoratori poveri.
- l’importanza della sentenza recentissima che ha affermato la legittimità del modello pensato da Mimmo Lucano. Questo è un tema che siamo stati invitati a ad approfondire perché potrebbe rappresentare l'uovo di Colombo dell'accoglienza in un Paese come l'Italia in cui intere aree geografiche sono sottoposte ad un processo di spopolamento
- la necessità di coinvolgere i giovani nella costruzione di una identità monzese di apertura e di scambio, prima di tutto con il resto dell'Europa
- infine la necessità di superare la cosiddetta Legge Bossi-Fini, per predisporre meccanismi regolari di ingresso in Italia adeguati alle aspettative dei migranti ma anche alle aspettative del mercato del lavoro italiano.
In conclusione una serata che speriamo sia stata toccante ma anche utile!
Vi ricordiamo che potete contattare il Gruppo tematico Accoglienza e Integrazione scrivendo al seguente indirizzo accoglienza-integrazione@pdmonza.org.
Potete inoltre consultare il sito pdmonza.org al seguente indirizzo https://www.pdmonza.org/forum-pdmonza/forum-immigrazione.html
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