Mi sono chiesta come e cosa ricorderò di Giorgio Napolitano, e credo che lo ricorderò assieme a Clio Bittoni Napolitano.
Mi ha colpito nella riproposizione di un'intervista all'ex Presidente nella quale affermava perentoriamente a proposito dell'incontro con Clio e del loro matrimonio nel 1959: "Ho pensato subito che la nostra sarebbe stata un'unione che sarebbe durata a lungo e se non fosse stato così non ci sarebbe stato nessun'altra”.
Una dichiarazione che forse ciascuno di noi vorrebbe sentirsi fare!
Clio Napolitano, avvocata di braccianti e contadini, ricorda invece che Giorgio Napolitano veniva definito come "il marito dell'avvocato nostro " ad uno dei suoi primi comizi. La loro unione ha fatto da sfondo alle scelte di Napolitano presidente, scelte difficili in alcune fasi drammatiche per il nostro Paese la sua rielezione invocata a larghissima maggioranza e da lui interrotta due anni dopo per limiti di età, le accuse di interventismo eccessivo, la dissoluzione del centrosinistra nel 2011, la fine del governo Berlusconi, la nomina di Monti per un governo tecnico nel 2015, il suo ritorno al Senato con uno sguardo ed un richiamo rivolto al futuro e all'Europa.
Se è stato il primo presidente comunista è stato anche uno dei primi a comprendere che quel comunismo stava per finire con un invito a muoversi su un terreno riformista.
Nel frattempo Clio, che non ha mai amato il protocollo, lascia il suo lavoro per non intralciare il marito nei suoi incarichi. Questa rinuncia quanto le sarà costata?
Sceglie però di non vivere al Quirinale, mantiene con i figli una discrezione di vita, una capacità di stare tra la gente del suo rione romano, dando al Presidente ancoraggio alla realtà e ai problemi normali. Anche il gesto bellissimo di Giorgio Napolitano che stringe tra le sue le mani della vedova Calabresi e della vedova Pinelli dopo un percorso di riconciliazione e di sutura di una ferita anche sociale, è un gesto che vedo nascere da condivisione con una donna capace di vedere oltre. Questo gesto racconta poi il pensiero e l'invito, tante volte espresso verso i giovani affinché si impossessino della vita e del futuro.
"Le nuove generazioni vanno considerate il nuovo che produce il nuovo, non vengono per essere uguali alle generazioni precedenti”.
Questa passione per i giovani e per l'Europa sono la spiegazione della sintonia di lui ateo con Papa Francesco. Da credente, da persona che si sforza di credere, ho capito e condiviso la scelta del Papa invita la Chiesa ad uscire nel mondo, andando per primo a rendere omaggio a un servitore dello Stato e delle Istituzioni. E dedicando, fermandosi, un momento accanto alla moglie Clio, che vede chiudersi un lunghissimo cammino condiviso.
Da italiana mi sento orgogliosa perché la testimonianza di Napolitano mi fa sentire di appartenere ad un popolo che sa crescere simili persone. Persone impegnate in POLITICA quando solo il pronunciare questa parola diviene motivo di denigrazione o scherno.
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