Sabato scorso si è concluso il percorso promosso dalla “Casa delle Culture”: “Ricette dal mondo tra cultura e prevenzione”.
Sala Maddalena che in tutte tre le iniziative “ha fatto il pieno” di cittadini (non di addetti ai lavori), che hanno evidentemente apprezzato sia la qualità delle relazioni sia l’interesse per i temi proposti.
Si è partiti con l’esperienza dell’alimentazione sudamericana, si è continuato con quella araba e si è concluso con la nota “dieta mediterranea”.
La relatrice Alessandra Borgo nutrizionista della Lega contro i Tumori di Milano ha avuto la capacità di comunicare con chiarezza e semplicità la storia e la composizione dei cibi – gli effetti positivi e negativi sul nostro corpo, insomma delle “vere lezioni” di educazione alla salute centrate su quello che già a Monza sta avvenendo da anni: la presenza di culture diverse anche sull’alimentazione che si stanno contaminando tra di loro.
Da questa prima iniziativa della “Casa delle Culture” voluta dall’Amministrazione Comunale e animata con successo ed efficacia sia da Laura Morasso (delega Consigliare) sia in particolare dalla "nota" Tahany detta “Titti”, scaturiscono alcune prime riflessioni utile per il futuro del progetto.
Hanno collaborato alla riuscita dell’iniziativa: Giovani Musulmani- Centro Islamico di Monza - Comunità dell’Ecuador di Monza- Giovani Sportello Multiculturale- Associazione Culturale Harta Performing
Il successo dell’iniziativa e la composizione delle persone che vi hanno partecipato: cittadini monzesi, presenza di diverse nazionalità (in particolare donne e arabe), la collaborazione tra Ente locale – Comunità di migranti – Associazioni monzesi. Sono ingredienti che indicano che questa “prova” di rete, può diventare un modello anche per il futuro del progetto.
Crediamo che ci siano le condizioni, dopo questa fase iniziale, per definire meglio il progetto nei suoi obiettivi e nel formarsi di un modello partecipativo, che veda stabilmente la presenza e collaborazione di comunità “migranti” di diversa nazionalità e come prevedeva il progetto originario, anche la collaborazione di associazioni culturali monzesi.
Un progetto che deve fare i conti con la carenza di risorse economiche ed operative e della mancanza di una sede, nella quale identificare la “Casa delle Culture” come un luogo permanente di incontro, scambio, attività, servizi sul modello di altre Case delle Culture presenti nel nostro paese.
La cosa più importante è comunque l’essere partiti bene, la strada è tracciata, sta a tutti noi a questo puntoi collaborare affinché il progetto decolli e si metta nella condizione di avere una prospettiva.
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