Completamente assente (a volte anche fisicamente) il piano politico del Sindaco Mariani nonché presidente del Consorzio. Una presenza-assenza che ha simboleggiato la "colonizzazione" di Regione Lombardia che vede la nostra città espropriata dalle decisioni più importanti.
La relazione di Rognoni è stata tutta tesa a tentare di tranquillizzare i cittadini sull'uso della Villa che sarà a loro disposizione per 365 giorni annui e nel cercare di dimostrare che i privati che andranno a gestire la Villa avranno costi significativi, soprattutto di manutenzione. Una operazione gestionale ed economica che non sarà a carico degli enti locali e che porterà anche utili al concessionario. Ripetutamente Rognoni si è richiamato al progetto Carbonara come punto di riferimento progettuale.
La stessa relazione e gli interventi dei consiglieri di opposizione hanno nei fatti ampiamente smentito questa tesi.
I consiglieri di opposizione hanno fatto rilevare i tanti di punti sbagliati, che di fatto rischiano di inficiare il Bando, con la possibilità di essere in futuro impugnato: i fondi europei recuperati i ma non previsti nel Bando – i 30 anni di concessione mentre 20 sono gli anni di durata del Consorzio etc..
Un concorso ad invito (dei soliti noti?) che non ha chiarito da quale commissione chi verrà giudicato, quando il 14 Dicembre verranno aperte le offerte. Un bando che nei punteggi privilegia gli aspetti gestionali e ludici rispetto a quelli artistici e culturali..
Chi vincerà l'appalto porterà a casa un utile dall'operazione pari a 16,2 milioni di euro. Cifra questa che andrà a finire nelle tasche del fortunato vincitore del Bando e non nelle casse del Consorzio pubblico. (da http://www.gruppopdmonza.it/notizia/che-affare-.asp)
Per fare tornare i conti il privato dovrà andare quindi a stravolgere, non solo l'uso degli spazi ma soprattutto le funzione espositive, museali e culturali che sono la vocazione principale della Villa.
Anche le cifre portate da Rognoni confermano la sproporzione tra fondi pubblici e partecipazione privata (il Pg Carbonara prevedeva il 50%) con l'obiettivo (unico in Italia a differenza di Venaria, Pompei etc.) di volerci fare anche gli utili quando è noto a tutti, che per mantenere le originali funzioni culturali queste ville hanno bisogno anche del contributo dei fondi pubblici.
Mariani e Infrastrutture Lombarde si vantano di voler rimettere a nuovo la Villa Reale senza costi per il Comune di Monza e senza pagare la manutenzione ma non considerano un aspetto molto semplice: se la cultura è un costo che il Comune non vuole accollarsi, perché dovrebbe accollarselo il privato? Chi ci assicura che la Villa non si riempirà di balli delle debuttanti, matrimoni, convention della Folletto etc etc.
Le slidepresentate in Consiglio Comunale fanno ben immaginare la tipologia degli spazi ed il loro uso che rischia di vedere prevalente gli aspetti commerciali rispetto a quelli culturali.
L'impressione finale della serata è che la mobilitazione locale e nazionale (compreso la presenza di Veltroni lo stesso giorno) abbia colpito nel segno e che quindi c'è un ritardato tentativo di recuperare in termini di comunicazione con i cittadini facendolo però molto sulla difensiva, dall'altra anche il comunicato stampa di fuoco della Regione contro l'intervento di Veltroni e le nostre interrogazioni parlamentari (allegata ) confermerebbero comunque una volontà a proseguire a tutti i costi nelle scelte fatte.
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