È stato lo stesso ministro Tremonti ad ammettere pubblicamente di aver fatto qualche errore nella stesura della manovra economica. Lui si riferiva ai tagli immotivati alla cultura e li giustificava con il bel gesto della riduzione del 5% dei costi della politica. Ma una volta che si sono letti i testi deliberati dal Consiglio dei ministri anche tutti i buoni propositi si sono rivelati un clamoroso bluff.
Al comma 6 dell'articolo 5 del decreto sulla manovra economica si legge testualmente: "I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto a percepire, nei limiti fissati dal presente capo, una indennità di funzione onnicomprensiva. In nessun caso l'ammontare percepito nell'ambito di ciascun mese da un consigliere può superare l'importo pari a un quinto dell'indennità massima prevista dal rispettivo sindaco o presidente in base al decreto di cui al comma 8. Nessuna indennità è dovuta ai consiglieri circoscrizionali".
Nessun gettone di presenza, nessuna retribuzione per i consiglieri considerati davvero un peso per le tasche degli italiani. Oddio non è che prima guadagnassero molto: lo stipendio era pari a 45/48 euro a seduta in Consiglio con un massimo di 15 sedute. Insomma circa 600 euro al mese.
Ma per capire che questo taglio è l'ennesimo sbaglio di un governo fallimentare basta spiegare bene quale sia il ruolo del consigliere circoscrizionale. Se i genitori hanno bisogno di un'aula in più nella scuola di quartiere si rivolgono a loro. Se c'è da verificare che il cantiere aperto da tempo sotto casa risponda ai requisiti voluti dalla legge, ci si rivolge a loro. Nelle metropoli, non ci si rivolge direttamente al sindaco per i problemi di chiasso notturno della discoteca o del pub, per i disagi nella mobilità, nei trasporti o perché nel parco del quartiere ci sono dei bulli che fanno pagare il "dazio" ai bambini più piccoli per andare alle giostre. Ci si rivolge direttamente al consigliere circoscrizionale anche per ottenere la pulizia delle sale adibite ai centri anziani.
Senza voler generalizzare, se c'era uno stipendio da garantire con maggiore efficacia senza alcun azzeramento era proprio questo. O, quanto meno, lasciare che i 600 euro mensili non fossero decurtati per salvare il Paese dalla crisi.
Le conseguenze più immediate saranno quello di allontanare ancora di più la politica dai cittadini. Si creeranno due tipi di politici di quartiere: il volontario, che dedicherà tempo alla qualità della vita del quartiere a seconda dei modi e degli spazi che un altro lavoro retribuito potrà concedergli; il ricco, ovvero colui che non avendo problemi economici potrà fare il consigliere a tempo pieno, il politico di razza, forse più avvezzo a riunioni e strategie di partito e meno al servizio dei cittadini.
Insomma anche questo intervento voluto dal governo sta a dimostrare come è facile essere forte con i deboli e debole con i forti. Si va in televisione a sbandierare i successi e/o a richiedere sacrifici sebbene non ci sia nulla su cui festeggiare e si è ben consapevoli che a sacrificarsi saranno sempre alcuni. Non tutti.
La politica e i suoi costi vanno tagliati ha tuonato Tremonti. Beh con la sua manovra da 24 miliardi solo 11,7 milioni sono i tagli annunciati per la politica. Una sorta di 1 per mille da devolvere in beneficenza, come fa notare oggi Europa in prima pagina.
Complimenti vivissimi soprattutto da parte di quella categoria di politici, quelli che lavorano davvero a contatto con la gente che pagheranno per tutti, anche per quelli che si siedono su due o tre poltrone contemporaneamente tanto nuemrosi nelle file di PDL e Lega. Loro si chiamano consiglieri circoscrizionali o più semplicemente da oggi volontari non retribuiti.
Fonte: PD Nazionale
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