In un anno hanno ribaltato la geografia politica della Brianza, arrivando a conquistare Comuni tradizionalmente feudo del centrosinistra. Oggi governano in 35 municipi su 55. Hanno le redini del capoluogo e delle principali città, amministrano la Provincia e alle elezioni regionali di marzo hanno portato a Roberto Formigoni 240.858 voti, pari al 56,32 per cento dei consensi.
Ma il matrimonio fra Pdl e Lega comincia a scricchiolare. Una crisi tanto più forte quanto più recente è l'alleanza di governo. Accade a Cesano Maderno, conquistata solo un anno fa, dove la squadra è stata azzerata: il sindaco lumbard Marina Romanò ha revocato le deleghe a tre assessori del Pdl e a uno della lista civica, portando a casa per tutta risposta le dimissioni di altri tre, oltre a quelle del presidente del consiglio comunale.
Si respira aria di crisi fra Lega e Pdl anche a Brugherio, altro Comune rosso di recente conquista. Segnali di tensione e dimissioni in altre città, Seveso in testa, mentre a Bernareggio, guidata da un sindaco Pdl, due assessori lumbard si sono appena dimessi. Frizioni e battibecchi infine a Giussano, Besana, Lissone, mentre a Monza il rimpasto più volte annunciato è ancora al palo.
Cosa sta succedendo fra la Lega e il partito unico di Berlusconi? Gli ultimi strappi nazionali non c'entrano, visto che in Brianza nessuno ha seguito Fini. Il voto per il Pirellone non ha mutato i rapporti di forza fra i due alleati, portando al Popolo della libertà il 34,69 contro il 24,43 per cento della Lega. Anche gli scontri sul programma sono poca cosa.
Sembra più una crisi di crescita, di ricerca di nuovi equilibri interni alla coalizione e ai singoli partiti, dove nella precarietà organizzativa del momento - la Lega provinciale è retta da un commissario mentre nel Pdl appena nato si aspettano i congressi - rischiano di avere la meglio vecchie ruggini e divisioni personali.
A complicare la situazione c'è poi l'elezione diretta del sindaco e l'abolizione del meccanismo, in auge nella Prima Repubblica, della sfiducia costruttiva, che permetteva ai partiti di fare e disfare sindaci e giunte a colpi di maggioranze in consiglio comunale. Oggi la bilancia fra partiti e sindaco pende a favore del secondo che, dimettendosi, ha il potere di mandare tutti alle urne.
Conferma la difficoltà Roberto Alboni, presidente vicario del gruppo Pdl in consiglio regionale e coordinatore provinciale del partito in tandem con Massimo Ponzoni. Entrambi candidati alle regionali, hanno avuto a che fare con un periodo di commissariamento, ma l'organizzazione del partito, ha sottolineato più volte Alboni, è tutta da costruire.
"Abbiamo situazioni un po' anomale dettate esclusivamente da casi personali e vecchie ruggini - sostiene Alboni, che proprio ieri ha affrontato i diversi casi critici in una riunione del coordinamento regionale Pdl -. La ricetta è unica: siamo un partito, bisogna saper obbedire e saper lavorare.
Le regole di ingaggio sono uguali per tutti. I problemi sono nati con la Lega a Brugherio, Seveso, Cesano. Una volta che olieremo meglio i nostri ingranaggi affronteremo meglio anche il rapporto con gli alleati. C'è certamente un problema di crescita, ma questi sono anche i postumi della campagna elettorale che ha portato a mettere da parte problemi che potevano essere affrontati prima".
Dionigi Canobbio, commissario provinciale della Lega dopo l'elezione in Regione del segretario Massimiliano Romeo, parla anche di scarsa abitudine a governare insieme in alcune città. "Fino a ieri eravamo insieme all'opposizione ognuno con le sue peculiarità. Ora dobbiamo governare, ma così diamo alla gente l'impressione di avere eletto persone che poi fanno solo casino - dice Canobbio -. Ognuno deve fare un passo indietro e mettersi al servizio degli altri".
Fonte: sito web del PD di Monza e Brianza
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