Il governo è venuto in aula a mani vuote. Gli italiani non aspettavano certo una difesa d’ufficio del suo operato ma proposte e prospettive per il futuro. Anche perché le cose fatte fino ad oggi sono purtropo note: risorse sottratte al Fas e agli enti locali, megacondono per gli evasori con lo scudo fiscale,
tanti soldi per Alitalia, 20 miliardi di euro di Iva persi, aumento di 12 miliardi della spesa per la Pubblica amministrazione, tagli di 8 miliardi in tre anni per le scuole e di nove miliardi di investimenti per il 2010, scelta assurda in un momento di piena recessione. Il nostro percorso per affrontare la crisi è concreto e possibile: un'indennità universale di disoccupazione pari al 60 per cento dell'ultima retribuzione, la possibilità per i Comuni di avviare opere pubbliche attraverso l'allentamento del patto di stabilità interno, il rafforzamento del fondo di garanzia per i crediti alle piccole imprese, pagamenti entro 120 giorni di tutte le amministrazioni pubbliche verso i fornitori, un piano straordinario per le imprese agricole. Sfidiamo la destra anche a presentare una riforma fiscale in grado di bilanciare il carico tra i redditi da capitale, i patrimoni mobiliari e immobiliari e le imposte indirette da un lato e i redditi da lavoro, d'impresa e da attività professionali dall'altro.
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