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comuneL’amministrazione Allevi ha molti problemi ma ce ne è uno che attanaglia il sindaco più di altri: il suoi consiglieri di maggioranza. Eppure sono così solerti nel ringraziare ad ogni piè sospinto la Giunta per le azioni svolte nella settimana precedente il consiglio, così solerti nel compattarsi anche quando devono votare scelte davvero opinabili dei loro leader seduti sugli scranni più alti dell'amministrazione. Eppure… eppure.

Quasi ogni volta che c’è Consiglio si respira in aula un’aria da thriller: arriveranno o non arriveranno? Garantiranno come maggioranza il numero legale per cominciare?
Spesso non è avvenuto e solo grazie al buon cuore e al valore etico-politico che l’opposizione dà alle sedute consiliari si è riusciti a portare avanti molti consigli nell’ultimo anno e mezzo.
Eppure… eppure erano stati avvertiti: la prossima volta non vi aiuteremo.

È una questione di rispetto verso i cittadini che li hanno votati, che hanno deciso di far governare a loro la città, con onori ed oneri. E l’onere primo per un consigliere di maggioranza (e di minoranza) è quello di essere presente alle sedute consiliari.
È quello di garantire con la sua presenza lo svolgimento corretto e continuo del lavoro amministrativo.
Dopo mesi di ritardi sempre dei componenti della maggioranza ( la convocazione del Consiglio è prevista per le 18.30) si è deciso di ritardare informalmente l’arrivo dei consiglieri alle 19 cercando di venire incontro a chi avesse problemi lavorativi.
Eppure... eppure ieri sera è avvenuto qualcosa di davvero increscioso, una pagina davvero triste per le istituzioni della nostra città (che ormai arriva alla ribalta dei giornali nazionali solo per questioni negative come proprietari di bar omofobi o affitti di sale comunali ad associazioni filo-fasciste).

Mancava una mancata di secondi (30 per la precisione) alla ultima chiamata del Consiglio ed ancora non c’era il numero legale per la seduta.
Le opposizioni (PD, Movimento 5Stelle, Civicamente Piffer) hanno deciso di uscire dall’aula per non garantire più con la loro presenza il numero.
Mentre si sentiva aria di rinvio ecco che un consigliere di maggioranza, Marco Monguzzi, non certo di primo pelo amministrativo, infilava il badge di una sua collega consigliera, Anna Martinetti, ignara ed assente in aula per arrivare al numero legale.
Inutile dire che l’opposizione ha reagito subito chiedendo spiegazioni al Presidente del Consiglio.
Inutile negare che la cosa più triste è stato vedere come il Sindaco, invece di infuriarsi per il gesto, rifaceva il verso al consigliere Piffer intimandolo di tacere.
Il badge è stato tolto ma la figuraccia era già avvenuta e non importa che tale gesto avesse o no valore legale o fosse attinente col regolamento consigliare.

Quel gesto ha ricordato a tutti certi atteggiamenti già visti sia in Parlamento che tra i furbetti del cartellino. Un gesto brutto, pur se senza valore, un gesto di nervosismo e di mancanza di rispetto verso le istituzioni, verso i consiglieri sempre presenti ma anche e soprattutto verso i nostri cittadini che non meritano tali pantomime.
La cosa ancor più ridicola però è stato il susseguirsi di interventi di alcuni consiglieri della maggioranza (a cominciare dal proprietario della manina furbetta) che volevano moralizzare l’opposizione minimizzando l’accaduto e rimproverandoci di voler fare i protagonisti. Ma i protagonisti stavolta sono stati proprio loro ed in una commedia farsa che speriamo non avvenga mai più.

Per Monza, per i cittadini, per tutti noi.

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