Tantissime persone – oltre diecimila – e un unico coro: no a fascismo, intolleranza, xenofobia. La manifestazione di Como è stata la migliore risposta al blitz squadrista che ha dovuto subire l'associazione Como senza Frontiere e che ha portato alla reazione compatta e convinta del popolo della solidarietà e dell'antifascismo. Giorgio Gori, candidato alla presidenza di Regione Lombardia ha scritto. “Il fascismo che si riaffaccia confida nella sottovalutazione, nell’ignoranza, nell’accettazione della violenza verbale (talvolta anche di quella fisica) e dell’intolleranza. È quello il suo terreno di coltura. Opporvisi è necessario, testimoniare la storia lo è. Così come denunciare ogni pratica di intolleranza e di discriminazione, che fascista in senso letterale magari non è, ma che guarda al fascismo con indulgenza, con ambiguità, minimizzando e banalizzando, usandone spesso le stesse parole. Gli esempi vicino a noi (anche sui social) purtroppo non mancano”.
Alla mobilitazione, lanciata dal Pd e a cui hanno aderito Mdp, Campo progressista, Liberi e uguali, singoli esponenti di altri partiti, i vertici Anpi, Anci, Arci, associazioni e sindacati, sono stai letti testi di Calamandrei, Pertini, Levi, brani di Fenoglio e una lettera dal carcere di Berlinguer.
Una manifestazione riuscita. Per esempio secondo Roberto Rampi: “Tantissimi, plurali, gioiosi, appassionati, colorati, carichi di futuro e di emozioni. I volti e le voci di Como, da tutta Italia. La memoria va fatta vivere. La democrazia va fatta vivere. Ritrovarsi è solo l’inizio. E non è poco. Riconoscersi. Per riprendere un lavoro serio sui fondamentali. Perché ognuno e ciascuno fa la differenza”. Parole a cui fa eco il commento dell'ex sindaco di Monza Roberto Scanagatti: “Oggi un vento forte ha accompagnato e reso limpida la bellissima giornata di Como. Un vento che ha fatto sventolare le tante bandiere unite nel segno dell’antifascismo e della solidarietà. Un vento che ha spazzato via la cappa di odio e di intolleranza dei giorni scorsi. Un vento che ci sospinge ad avere più coraggio nelle nostre idee”.
Preziosa e illuminante anche la testimonianza di Enrico Brambilla: “Questa mattina eravamo in tanti in piazza a Como per affermare valori di tolleranza e di antifascismo. Manifestazione convocata senza simboli di partito, ma con uno slogan evocativo e mobilitante. È quel che ci servirebbe più spesso, per ritrovare carica, passione, unità. Già, perché di fronte a noi, ricordiamocelo sempre, c’è una destra intollerante, xenofoba, oscurantista. Non lasciamoci sviare dalle furbesche dichiarazioni di Maroni, e dai suoi propositi di far da contrappeso moderato a Salvini. Martedì in Consiglio regionale ne abbiamo avuto conferma, col rifiuto del centrodestra lombardo di condannare gli episodi squadristi dei giorni scorsi. Ora, se si vuole essere conseguenti ai buoni propositi di giornata, occorre che tutti mettano in cima all’agenda delle prossime settimane un solo obiettivo: dare alla Lombardia un governo diverso. Mentre appare scontato che alle politiche non vi saranno vincitori, qui basterà anche un solo voto a fare la differenza. Abbiamo il dovere di provarci”.
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