Ripristinare la legalità, perché “crediamo fortemente che il tema della legalità sia centrale per la nostra città. Il rispetto delle leggi è, infatti, il primo strumento contro il degrado sociale e il primo alleato per la tutela dei cittadini”. Questo il punto 1 del programma per Allevi sindaco.
Ma cos’è la legalità? Ci aiuta la Treccani: l’essere conforme alla legge e a quanto è da questa prescritto.
Detto/fatto, a meno di tre settimane dall’insediamento della giunta Allevi, cosa scopriamo? Che la neo-assessora al bilancio Rosa Maria Lo Verso è anche presidentessa (retribuita) del collegio dei revisori dei conti di ARIFL Lombardia, Agenzia Regionale per l’Istruzione, la Formazione e il Lavoro. Ma avere questo doppio incarico non è conforme alla legge regionale 25/2009 (art.8, punto f); in altre parole non è legale. Non era legale neppure tra il 29 marzo e il 12 luglio 2017, periodo durante il quale Rosa Maria Lo Verso era assessora e vicesindaco a Cologno Monzese.
Per riassumere: Allevi vuole ripristinare la legalità a Monza. Per farlo nomina, tra gli altri, un’assessora che non rispetta la legge. Un’assessora che, per di più, sa di non rispettare la legge. Basta rivedere lo streaming della seduta del consiglio comunale del 12 luglio. Incalzata dalle domande del nostro gruppo consigliare, la Lo Verso ha infatti risposto di avere “richiesto”, già da prima della sua nomina al Comune di Cologno Monzese, un parere a un legale” sulla questione dell’incompatibilità tra le cariche.
E la neo-assessora con deleghe alla trasparenza e agli affari legali Annamaria Di Oreste ha esercitato le sue funzioni? No, perché, a suo dire, non è a conoscenza della questione e neppure è documentata al riguardo.
Alla luce di quanto successo che decisioni ha preso il sindaco Allevi? Nessuna. E ora che succede? Colta sul fatto, Rosa Maria Lo Verso ha rinunciato all’incarico in ARIFL e rimane assessore: tutti in ferie fino a settembre, come se nulla fosse!
Nemmeno per idea: la diretta interessata, il sindaco e l’assessore Di Oreste dovranno chiarire i comportamenti omissivi che hanno caratterizzato questa brutta faccenda perché il rispetto della legalità si esercita non a parole, ma con i fatti.
La vicenda è stata frutto dell’iniziativa dei gruppi consigliari del Pd al Comune di Monza e alla Regione Lombardia che hanno sollevato il caso e presentato un’interpellanza (clicca qui) e inviato una lettera al Presidente del Consiglio Regionale (clicca qui).
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