Proseguono i nostri incontri con la giunta Scanagatti. Abbiamo intervistato Egidio Longoni, assessore alla Partecipazione e alle Politiche giovanili con deleghe legalità e antimafia, partecipazione e consulte di quartiere, amministrazione digitale, politiche giovanili.
Circa 5 anni fa iniziava il suo lavoro nell’esecutivo monzese. Cosa ricorda di quei primi giorni? Che situazione ha trovato?
Per quanto riguarda il tema dell'innovazione digitale la situazione nel 2012 era di totale abbandono. Tanto dei sistemi informativi quanto dei processi. Abbiamo dato il via ad una progettualità culminate poi con l'istituzione del wifi pubblico e sostenuto investimenti importanti per ammodernare le infrastrutture informatiche comunali. Per quanto concerne la partecipazione, anche qui, l'abbandono era evidente. Ci siamo ritrovati con le circoscrizioni dismesse per ragioni normative. Il nostro obiettivo è stato ricostruire una rete di centri civici, oggi passati da 5 a 10, e avviare l'organismo delle consulte di quartiere, un importante strumento di dialogo tra cittadini ed amministrazione. Infine, arrivando alle politiche giovanili, abbiamo ereditato una situazione che comprendeva l'avvio di alcune progettualità che abbiamo mantenuto e incrementato perseguendo 2 direzioni: da un lato l'incremento del protagonismo giovanile tramite bandi di finanziamento pubblico e l'investimento sul lavoro giovanile tramite stage e tirocini in Comune dei giovani e dall'altra la valorizzazione di spazi giovanili per un target di riferimento mai affrontato prima: la fascia 16-25 anni.
Quali erano le priorità del suo assessorato allora e quali sono oggi?
Oggi la priorità è lasciare un'eredità importante su ogni ambito. Consolidare il wifi pubblico nelle scuole e in città e una serie di servizi digitali ai cittadini che rispondano alle esigenze attuali e che accorcino, dunque, i tempi di risposta della pubblica amministrazione al servizio costante dei cittadini. Senza trascurare coloro che non riescono o che non possono utilizzare determinati percorsi di innovazione, per loro esiste la possibilità di venire affiancati da personale comunale all'interno dei centri civici. Un altro importante lascito sono la serie di regolamenti nel dialogo con l'amministrazione. Il regolamento dei beni comuni e il regolamento delle consulte di quartiere recentemente approvato, per esempio.
Quali sono i risultati raggiunti che la soddisfano maggiormente? Cosa resterà?
Le due edizioni del bilancio partecipativo con rispettivamente 800 mila euro e 1 milioni di euro dedicati. La dematerializzazione dei processi amministrativi che ha eliminato tanta burocrazia all'interno del comune e degli uffici. La rete di wifi pubblico gratuito con accessi nelle sale studio, nelle biblioteche, nelle vie e nelle piazze del centro cittadino. Un altro risultato importante sono i 10 centri civici, ovvero il cuore pulsante delle attività dei cittadini. Da ultimo l'esperienza preziosa delle consulte di quartiere, con oltre 180 associazioni e l'adesione libera dei cittadini che garantiscono energie per l'intera comunità e rappresentano un capitale umano a disposizione di Monza. Per la parte giovani, più di 300 giovani nei servizi comunali in tirocinio retribuito in 5 anni, un network di sale studio e spazi giovanili dedicati.
Cosa, invece, non è andato come avrebbe voluto? E perché?
I vincoli normativi e di bilancio non consentono di arrivare sempre puntuali agli obiettivi prefissati. Questo a volte disattende le aspettative dei cittadini. Aspettative che viaggiano a una velocità diversa rispetto a quella dell'iter amministrativo, un iter che consuma e che rischia di consumare anche le relazioni tra cittadino, amministratori e organizzazione interna del comune. Una seconda criticità riscontrata è stata far corrispondere l'indirizzo politico con l'attuazione tecnica.
Tre aggettivi per descrivere il lavoro di questo esecutivo.
Trasparente, coeso e adeguato al momento storico.
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