Voglia di comunità. Il sondaggio politico SWG restituisce un'Italia che guarda al 2016 con rinnovato desiderio di stare insieme, di “assaporare il calore del dialogo, il pulsare emozionante del condividere, il piacere intimo del sentirsi parte, il gusto di essere sé stessi non in un selfie, ma vivendo e facendo esperienze con gli altri”.
Si esce da un “monadismo shoperrista” lungo 25 anni, come è stato definito dal report. Gli italiani, secondo il sondaggio, sentono “il bisogno di rafforzare i propri valori, la possibilità di essere parte di un gruppo e avere in comune esperienze e idee, senso e miti, sogni e speranze”.
Ma che cos'è una comunità? Gli intervistati rispondono soprattutto “cultura e tradizioni”, circa il 30% degli intervenuti. Seguono due definizioni “i legami tra i componenti” e “il destino comune di scelte e opportunità di vita”, entrambi al 17%.
Aldilà dell'esplicitazione, forse ancora un tantino soggettiva, c'è voglia di comunità. Il 65% degli intervistati ritiene “molto” o “abbastanza” importante far parte di una comunità.
Quali, le comunità di cui si sentono parte? Il campione risponde: “Il luogo in cui si vive” al 30%, “Il gruppo di cui si fa parte” al 20%, “L'entità culturale di cui si fa parte” al 19%, “Politica o religiosa” al 17%. Dunque territorio, associazionismo o professionismo, etnia, religione e politica.
Ma perché è importante far parte di una comunità? “Per contribuire a uno scopo comune”, “Per l'aiuto reciproco”, “Per condividere e rafforzare i propri valori”, “Per sentirsi parte di un gruppo”.
Report