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Dopo tanti annunci e altrettante promesse, i lavoratori della Yamaha si apprestano ad affrontare la settima gelida notte sul tetto della fabbrica e in presidio davanti ai cancelli. Non è più il tempo degli auspico e delle parole sfumate.



E' ora di intervenire concretamente. Governo e Regione Lombardia convochino immediatamente le parti per una trattiva, se necessario ad oltranza, fino ad arrivare alla firma di un accordo che preveda almeno l'attivazione della Cassa integrazione per i 66 lavoratori della Yamaha.
Maurizio Martina, Segretario PD Lombardia

Apc-Yamaha/ Sacconi: Confido in soluzione nelle prossime ore "Per consentire ai lavoratori un Natale meno drammatico"

Roma, 22 dic. (Apcom) - Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, auspica che nelle prossime ore sia individuata una soluzione alla crisi dell'azienda Yamaha di Lesmo. "Auspico - ha detto il ministro in Aula al Senato rispondendo alla domanda della senatrice del Pd Manuela Baio - che la ragione commerciale si aggiunga alla ragione umana e a quella di politica pubblica che ci portano a volere una soluzione che è a portata di mano e che confido nelle prossime ore possa essere prodotta mettendo i lavoratori nella condizione di affrontare un Natale meno drammatico.
Non dico sereno - aggiunge - perché, purtroppo, né per loro, né per altri lo sarà data l'incertezza che graverà sulla loro condizione di reddito e di lavoro".

"Il Governo - ha aggiunto Sacconi - come gentilmente ha ricordato la senatrice Baio, ha convocato le parti esercitando una legittima sollecitazione a che vengano utilizzati gli strumenti che il nostro ordinamento mette a disposizione per proteggere il reddito dei lavoratori e anche la continuità, entro certi limiti, del rapporto di lavoro, affinché sia dato modo anche alla Regione di svolgere politiche attive di ricollocamento delle persone stesse".

"Purtroppo - ha osservato il ministro - la natura multinazionale della compagnia fa sì che il management italiano non abbia un'autonomia decisionale. Abbiamo rappresentato tutte le conseguenze possibili di una rigidità inaccettabile e incomprensibile, compresa quella per cui il marchio di questo prodotto sarebbe prevedibilmente e ragionevolmente destinato a soffrire nel nostro mercato di consumo. Certo anche noi ci troveremmo a spendere parole che inevitabilmente si rifletterebbero sulla credibilità del marchio stesso in questo mercato".

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