Nel settimanale sondaggio SWG “Scenari di un Italia che cambia” dello scorso 10 luglio è stato chiesto ad un campione rappresentativo dei nostri concittadini cosa ne pensano riguardo alla questione greca. Quasi la metà degli intervistati (il 46%) hanno dichiarato che, se avessero avuto la possibilità di votare al referendum, avrebbero votato OXI, ovvero No, all'accordo con l'Unione Europea e i creditori; soltanto il 33% erano per il NAI, il Sì; il restante 21%, data la difficoltà del quesito, non hanno saputo cosa rispondere.
La simpatia per il popolo greco e la sua volontà di autodeterminarsi si raffredda però tra i nostri concittadini quando viene loro chiesto cosa dovrebbe fare l'Unione Europea dopo la vittoria del no al referendum.
Soltanto il 24% - e quindi poco più della metà rispetto a chi si è detto favorevole al No - crede che l'Unione debba tenere tassativamente la Grecia all'interno della zona Euro; molti (il 42%) manterrebbero il popolo ellenico solo se il compromesso coi creditori risultasse accettabile; infine gli intransigenti secondo i quali è giusto cacciare la Grecia dall'area Euro sono il 19% e il resto non sa.
La popolazione è, alla luce dei dati, piuttosto in controtendenza, sia rispetto ai mercati che caldeggiano un accordo, sia rispetto alla maggior parte della stampa nostrana ed europea che ha descritto il fallimento dei precedenti negoziati come una sconfitta; si potrebbe affermare anzi che quanto l'UE sta facendo, attraverso i suoi capi di governo, sia in concerto con il sentire della popolazione: la disponibilità all'accordo c'è ma questo non deve tradursi in eccessivi favoritismi o abbuoni.
Questi dati presentano una bellezza rara per un sondaggio di tipo politico: non hanno colore.
La questione greca ha costretto gli italiani a pensar con la propria testa, poiché anche il più fedele seguace di uno schieramento politico ha dovuto soppesare quelli che sono i principi cardine del proprio partito, e in base alla risposta che ha trovato dentro di sé ha espresso la sua opinione; c'è chi simpatizza per Tsipras & Co. ma è anche un convinto europeista, chi di Europa non ne vuole sapere ma non vuole dare la stoccata finale a un popolo già ampiamente dissestato, chi ama il sogno europeo ma odia l'austerity.
Anche sull'Europa stessa si è riflettuto molto e ben il 70% degli italiani ritiene che la politica economica europea vada modificata; sarebbe molto interessante scoprire quanti protendono per un'accelerazione verso i cosiddetti Stati Uniti d'Europa e quanti invece preferiscono un rilassamento dei vincoli considerando infattibile l'unione politica, e fallimentare l'unione economico-monetaria; questo dato purtroppo non è presente.
La vicenda greca sarà un passaggio fondamentale della storia europea, qualsiasi decisione verrà presa le cose dovranno cambiare profondamente, sia che ci si diriga verso l'unione sia verso la separazione; se invece, in un orizzonte di medio periodo non vi saranno stati cambiamenti importanti, allora sì che l'Europa si sarà dimostrata un'ingessatura inutile per le Nazioni aderenti.
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