L’Assemblea cittadina del PD, riunitasi venerdì 26 giugno 2015, ha discusso e approvato una mozione sulle unioni civili presentata da Giorgio Radaelli - recentemente eletto membro del Collegio dei garanti – calendarizzata per i lavori dell’assemblea già da qualche settimana. Non può sfuggire certo la coincidenza della data con il giorno della storica Sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che ha sancito il diritto costituzionale al patrimonio paritario in tutti gli Stati dell’Unione americana, sentenza che - e non poteva essere diversamente -, ha influenzato e arricchito il dibattito che si è concluso con una approvazione della mozione con 11 voti favorevoli, 2 astenuti e un contrario.
La mozione - che è stata presentata dallo stesso estensore e il cui testo integrale potete leggere a questo link - parte dal principio giuridico di uguaglianza di fronte alla legge e rileva come in quasi tutti i Paesi occidentali - da stati laici come Francia, Regno Unito e Olanda, alle cattolicissime Spagna e Irlanda, per rimanere in ambito UE - è ormai previsto il matrimonio paritario, senza differenze tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali.
Partendo da questa premessa, e dalla constatazione che il PD è l’unico partito della sinistra europea che non ha ancora sposato la causa del matrimonio paritario, la mozione, pur considerando il matrimonio paritario come la soluzione giuridicamente più giusta, con una dose di sano realismo, ritiene che, allo stato, la proposta della senatrice Cirinnà sulle Unioni Civili in discussione in Senato possa essere un punto di mediazione avanzato poiché, pur non prevedendo diritti totalmente paritari col matrimonio, prevede però, per le coppie dello stesso sesso, la possibilità della Stepchild Adoption, come in Germania, e, per il resto, diritti quasi analoghi a quelli previsti nel matrimonio paritario.
La mozione si conclude con un invito ai parlamentari del PD affinché di adoperino perché tale testo – necessariamente di compromesso per la composizione attuale del Parlamento - non venga stravolto o annacquato nel suo iter parlamentare.
Durante il dibattito gli interventi che si sono succeduti hanno toccato diversi aspetti: la necessità di uniformare il diritto di famiglia italiano con quello degli altri Stati dell’Unione anche al fine di evitare conflitti di leggi e problemi di riconoscimento di diritti da uno stato all’altro dell’Unione europea: la preoccupazione che il ddl Cirinnà non sia che il primo passo verso il matrimonio paritario per chi, in nettissima minoranza, ha espresso contrarietà a questa ipotesi; preoccupazione, anche per coloro che sarebbero favorevoli al matrimonio paritario, sulla questione dell’adozione anche da parte di coniugi dello stesso sesso.
Chi volesse approfondire la conoscenza del DDL Cirinna può farlo consultando il testo consolidato e le schede informative - quella sulle unioni e quella sulle convivenze - informative che riassumono i punti salienti e le erronee informazioni che sono girate anche sulla stamapa.
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