Nella settimana politica si nota un calo di consensi del PD -1% secco secondo SWG, le ragioni sembrano essere due: l'addio di Civati, che ha sicuramente trascinato con sè qualche elettore, e il ddl "La buona Scuola"; non si ha memoria di una riforma della scuola che non abbia creato scompiglio nel partito al governo, ed è logico che i toni siano caldi, in una fase iniziale della discussione del ddl in Parlamento.
Per quanto riguarda le altre compagini politiche non si notano grandi scostamenti: M5S al 18,2% FI e Lega Nord al 13,9% Fratelli d’Italia e SEL poco sotto la soglia del 4%.
Di delicata interpretazione è invece l’indagine compiuta dai laboratori SWG e pubblicata questo mese, in scenari di un Italia che cambia, si è andato ad analizzare come è cambiata la società italiana con il supporto di ben diciotto anni di dati in alcuni casi.
Per iniziare con le belle notizie, nel corso degli ultimi sette anni è cresciuta stabilmente la percezione delle questioni ambientali come fondamentali esigenze di sviluppo, oggi si attesta sopra al 70% la quota dei cittadini propensi alle politiche green.
Altra tipologia di trend crescenti riguardano le posizioni degli intervistati rispetto all’islam e agli immigrati, come già analizzato nel corso delle precedenti settimane è forte il sentimento negativo degli italiani verso chi viene nel nostro paese (il 63% ritiene abbiano un ruolo negativo nella nostra società); ancora maggiore è l’astio verso gli islamici, il 76% è convinto che vadano rigettati i tentativi di inclusione della cultura islamica nel nostro Paese e in Europa; queste percentuali sono in rapida ascesa.
Pare ci sia invece un inversione di tendenza, probabilmente dovuta all’arrivo di Papa Francesco, nel ritenere centrale il fenomeno della Secolarizzazione; durante tutto il pontificato di Papa Ratzinger i valori della Chiesa avevano perso popolarità, e anno dopo anno venivano sempre più ritenuti valori marginali. Nonostante il cambio di rotta repentino, la maggioranza dei cittadini ( il 54%) rimane poco interessata alla dottrina cattolica.
Nel settantesimo della Liberazione si scopre che sempre meno italiani (il 54%) ritengono fondante il ruolo della Resistenza e della Costituzione per la Storia del nostro Paese, ma quello che stupisce ancora di più è l’andamento negli ultimi dieci anni di questa percezione, si passa dai minimi storici dei primi anni 2000 a un grande sentimento di appartenenza nel 2004 che poi si è costantemente raffreddato fino ad oggi.
Dati amari sono quelli che riguardano la sfera sociale italiana, sempre più persone si sentono escluse dal tessuto sociale, è il 73% a dichiararlo; un andamento crescente ha anche il sentimento di adeguatezza nel contesto professionale, tuttavia seppure sia un dato positivo è relativamente basso, soltanto il 52%sente di avere competenze valide e al passo coi tempi.
Vi è poi scarsa fiducia nelle nuove generazioni, sebbene la critica ai costumi dei millennials sia divenuta ormai disciplina olimpica, il fatto che più del 60% della popolazione non si fidi dei propri figli e nipoti rimane un dato drammatico e dovrebbe portare a una profonda riflessione, ovvero se comunichiamo ai nostri figli davvero ciò che per noi è importante.
L’Italia è, secondo i suoi cittadini, un posto sempre più inospitale, certamente parte della responsabilità di questo peggioramento è politica (di tutti gli schieramenti), per non aver fatto il diavolo a quattro e aver lasciato che il paese perdesse competitività sul piano internazionale e con ciò l’entusiasmo, non è infatti stata la crisi a portarci qui, i dati dimostrano che è un fenomeno di più lungo periodo.
Il Paese necessita di una grande azione riformatrice che non solo ci riporti al passo coi tempi ma che sia anche in grado di proiettarci avanti, e questo è possibile solo se la macchina politica è in grado di lavorare con efficacia, seguendo un percorso preciso, possibilmente senza essere intralciato a priori su ogni mossa.
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