Con i voti di Pd, Sel, Sc, FdI e Lega è stata approvata, dagli Uffici di Presidenza di Camera e Senato, la proposta congiunta dei Presidenti di Senato e Camera di Grasso e Boldrini che abolisce il diritto a percepire il vitalizio per ex parlamentari con condanne per reati gravi e, per i reati cd. minori, per reati che portano all’applicazione di condanne superiori ai due anni di reclusione. La delibera al Consiglio di presidenza del Senato è passata con 8 sì, 2 no (Gal e M5S) e 1 astenuto (Berger,gruppo Aut).
“La delibera che abbiamo approvato oggi sui vitalizi ai parlamentari condannati è positiva e segna una tappa importante per l'affermazione di pratiche giuste ed eticamente corrette. Il populismo inconcludente dei 5 Stelle non smette mai di sorprendere: se fosse stato per loro non avremmo fatto nessun passo in avanti ma rinviato tutto ad futuro indefinito" ha commentato Walter Verini, capogruppo del PD nella commissione Giustizia di Montecitorio.
Gli esponenti di Ncd e Udc, pur non votando la delibera, sono rimasti in Aula, mentre azzurri e grillini sono usciti fuori al momento del voto.
Cosa prevede la delibera
La delibera approvata introduce misure per la "cessazione dell'erogazione di vitalizi e pensioni a favore di deputati cessati dal mandato che abbiano riportato condanne definitive per reati di particolare gravità" tra i mafia e terrorismo, la maggioranza dei reati contro la Pubblica Amministrazione (peculato, concussione, violazione del segreto d'ufficio), ad eccezione del reato di abuso d'ufficio.
Per i reati minori, invece, perché scatti la cessazione dell'erogazione del vitalizio, occorre che vi sia stata una «condanna definitiva con pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni». Se riabilitato, al deputato viene ripristinata l'erogazione dei vitalizi «con decorrenza dalla data dell'istanza di riabilitazione».
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