Anche il PD di Monza ha organizzato, nel fine settimana appena trascorso, la due giorni di mobilitazione nazionale chiesta dal segretario nazionale Matteo Renzi e dalla segreterianazionale: un'iniziativa che ha visto quasi 10.000 banchetti e gazebo in tutta Italia per spiegare e convincere chi ancora non ha deciso se e chi votare che non solo una nuova Europa è possibile, ma che è perfino necessaria. Il PD di Monza aveva deciso già da tempo di organizzare un'iniziativa dal titolo "Una giornata senza l'Unione europea", nata da una bella idea di Sergio Civati ed organizzata e supportata da tutto Comitato elettorale cittadino.
Sono così stati prodotti alcuni manifesti capaci di riassumere quanto ciascuno di noi perderebbe se l'UE sparisse, d'improvviso, domani: diritti fondamentali che ormai si danno per scontati sparirebbero d'incanto, così come le opportunità di studio, di lavoro, di arricchimento culturale e personale dovuti alla libera circolazione delle persone e all'integrazione e, ancora, risorse per lo sviluppo, l'innovazione e la ricerca e, ancora, politiche a difesa dell'ambiente, della sicurezza dei prodotti, della qualità dei cibi.
E, soprattutto per quanto riguarda i fondi, si è cercato di spiegare - a quanti si fermavano al gazebo attirati dai pannelli espositivi dei manifesti - come l'Italia non abbia che da dolersi per l'insipienza dei governi che non hanno avuto la saggezza, o la capacità, o entrambe le cose, di sfruttare, se non in limitati casi - come la metropolitana di Napoli, per esempio, che mai avrebbe visto la luce senza questi fondi- le ingentissime risore offerte dai fondi strutturali e sociali europei.
E che - come ha ben spiegato anche il Prof. Sdogati, docente di economia internazionale al Politecnico di Milano, intervenuto alla serata organizzata all'Urban Center con Alessia Mosca venerdi 16 scorso - il vero probelma dell'Europa, dopo le presidenze di Commissione marcatamente europeiste di Jacques Delors e di Romano Prodi, è stato quello di essersi arrestata a una visione ciecamente difensiva e statuale tipica delle destre che l'hanno governata negli ultimi anni.
Questa è l'Europa da cambiare, l'Europa da superare: non l'Europa in se' che è stata ed è, con buona pace di tutti i suoi detrattori, ciò che ha assicurato il più lungo periodo di pace che buona parte del Vecchio continente abbia mai attraversato nella sua millenaria storia. E a chi non ne fosse convinto, suggerirei di fare un piccolo viaggio - anche solo virtuale - nel nord della Francia, lungo il fiume Marna o lungo le coste della Normandia. In questi luoghi, esattamente 100 e 70 anni fa, durante la prima e la seconda guerra mondiale, sono morti decine e decine di migliaia di uomini, non solo francesi e tedeschi, in battaglie di due guerre nate da conflitti e nazionalismi tutti europei.
Si sta avvicinando il 70° anniversario dello sbarco in Normandia: sarebbe bello poterlo festeggiare con un voto che possa rafforzare, anzichè indebolirla, quell'idea di Europa che fu il frutto di tanto orrore, dolore, sacrificio e speranza.
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