Questo, in sintesi, il significato dell’incontro di venerdì 28 marzo presso il circolo PD di Lissone con l’europarlamentare Antonio Panzeri e l’On. Alessia Mosca, neo candidata PD al Parlamento Europeo.
“L’Unione, in pratica”, un’Europa a misura d’Italia, è il titolo dell’e-book gratuito (scaricabile dal sito di Rizzoli) di Alessia; un titolo che rappresenta bene il tema della serata. Un'Europa tra sogni e disillusioni.
Il 25 Maggio si vota per il rinnovamento del Parlamento europeo e il nostro invito al voto deve essere per una convinta rifondazione: il Pd ha le carte in regola per consegnare all’Europa le ragioni di un Italia che ha forte necessità di rivedere tutta una serie di posizioni che fino ad ora hanno solo penalizzato il nostro Paese.
L’ingresso del PD nel PSE è il vero elemento di novità in questo panorama europeo stantio.
Questo passaggio è strategico e importantissimo sia per il PD sia per l’Italia: entrare a far parte della grande famiglia socialista europea significa essere partecipi con possibilità di incidere veramente.
Siamo chiaramente in ritardo per questo traguardo, ma l’importante oggi è esserci.
Sia Alessia che Antonio hanno sottolineato più volte il processo incompiuto dell’unità europea. Non è bastato considerare come metodo di “esportazione della democrazia” allargare le adesioni a paesi non proprio democratici, obbligando essi stessi a modificare legislazioni interne: non è bastato perché oggi abbiamo un Europa di 28 paesi con un processo di integrazione pari a zero.
Forse se ci mettiamo a contarli, nemmeno noi sappiamo quanti sono: e questo la dice lunga.
Panzeri ha usato un esempio molto calzante: “Abbiamo caricato in solaio un sacco di cose, senza preoccuparci di rinforzare la soletta. Non regge. 28 paesi diversissimi tra loro, con 28 legislazioni diverse, 28 eserciti differenti, 28 normative sul lavoro tra le più disparate, idem sui diritti, e via discorrendo: ci siamo muniti di tutto l’alfabeto, ma siamo ancora all”ABC”.
E’ chiaro che questa Europa così non va, un Europa macchinosa e burocratica non fa altro che alimentare i nazionalismi che si stanno diffondendo nel vecchio continente.
Si è parlato della Francia, e del Front National, con preoccupazione. E’ chiaro che in situazioni sociali come quelle che stiamo vivendo in occidente non è difficile pronosticare un forte consenso antieuropeo, con, in Italia, M5S e Lega Nord. L’assurdo è che M5S e Lega Nord non spiegano agli Italiani che uscire dall’euro significherebbe applicare una patrimoniale pesantissima a tutti gli italiani con conseguenze catastrofiche: mutui alle stelle, contratti in euro che graverebbero sulle aziende in maniera assurda.
Si è parlato anche di Ucraina e quindi inevitabilmente del rapporto con gli USA: Alessia Mosca ha fatto notare, anche in questa occasione, la “mancanza di Europa”, sottolineando il fatto che il presidente Obama non ha chiamato il presidente dell’UE o il ministro degli esteri UE, ma ha chiamato direttamente la signora Merkel.
A quando una UE forte, degna dei padri fondatori, dove gli interessi delle singole nazioni vengono meno proprio in funzione di una grande Europa?
Antonio Panzeri ha fatto un interessante considerazione sul fatto di non sovrapporre la Nato all’ UE. Non è opportuno, politicamente, arrivare con la Nato fino ai confini con Mosca.
E’ stato poi aperto il un dibattito con domande e risposte. Un dibattito sempre interessante nelle risposte di Antonio e Alessia, non sempre nelle domande o nelle considerazioni dei presenti. Dico questo perché, proprio parlando dell’ingresso del PD nel PSE (traguardo importantissimo arrivato in ritardo) alcuni amministratori locali hanno rimarcato il fatto che, provenendo dalla DC, con tradizione cattolica, non si riconoscono in questo passaggio.
Alessia Mosca, che non ha certo una storia differente, ha ribadito l’importanza enorme di essere entrati a far parte del PSE. Noi siamo il PD e dovremmo essere sempre orgogliosi di ciò che siamo oggi, di ciò che pensiamo per il domani piuttosto che fossilizzarci su ciò che eravamo ieri, democristiani o comunisti che sia.
Alessia e Antonio hanno entrambi sottolineato il fatto che forse sono le classificazioni “socialista e popolare” ad essere superate. Meglio progressisti e conservatori: e allora il Pd in quale casa deve stare ?
La parte più interessante delle domande del pubblico è stata quella rivolta all’utilizzo dei fondi europei. L’Italia non utilizza a dovere quanto viene stanziato: Renzi spesso usa questo argomento tra i suoi cavalli di battaglia per l’ottimizzazione della macchina pubblica. In parte ciò è vero, ma anche dove ci sono amministratori attenti subentrano la burocrazia e il patto di stabilità a complicare la finalizzazione.
Votare PD il 25 maggio significa arrestare l’involuzione del progetto e portare finalmente le esigenze della nostra Italia nei palazzi distratti dell’UE.
Usiamo l’Europa oltre l’austerità, riconosciamo nell’Europa della libera circolazione una grande conquista da ricordare alla gente, lavoriamo per l’Europa dell’integrazione.
Essere fortemente in Europa significa essere dentro le dinamiche, dentro i meccanismi del cambiamento.
Antonio ha fatto un lavoro egregio, con presenza dedizione e competenza, Alessia è pronta per rappresentare i nostri territori la dove si prendono le decisioni.
A noi come PD territoriale credo spetti il compito di moltiplicare le iniziative come quella di Lissone, approfondire la conoscenza per poi portare il messaggio agli elettori che questa volta dovranno essere fortemente motivati per andare alle urne.
Un ringraziamento ad Alessia e Antonio, ma anche a Pietro Virtuani e ad Alessandro, segretario del circolo di Lissone, per l’ottima iniziativa.
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