Il 13 febbraio 1944, 70 anni fa, moriva nei boschi sopra Megolo, frazione del comune di Pieve Vergonte in Val d’Ossola, l’avvocato monzese Gianni Citterio. Moriva in combattimento, nel corso di un rastrellamento di truppe nazifasciste, insieme ad altri compagni partigiani, alcuni dei quali importanti esponenti della Resistenza, come Filippo Beltrami, Antonio di Dio e Gaspare Pajetta.
Gianni, entrato nel Partito Comunista in clandestinità nel 1940 e subito attivo nella opposizione al regime fascista, dopo l’armistizio dell’8 settembre fu tra i promotori ed organizzatori della lotta armata, fino a parteciparvi direttamente.
Alla fine del 1943 venne infatti inviato dal CLNAI nelle valli a Nord del lago Maggiore e del lago d’Orta, dove nel frattempo si era costituita una forte presenza partigiana (tra le più significative di tutta la Resistenza), a ricoprire il ruolo di Commissario Politico della Divisione Beltrami. In quella veste partecipò alle attività belliche della Divisione, fino a perire nel combattimento sopra ricordato, la “battaglia di Megolo”.
Come ogni anno, l’ANPI di Monza, così come tutte le sezioni ANPI dei luoghi di provenienza dei partigiani caduti, insieme con le delegazioni dei rispettivi Comuni, con Sindaco e Gonfalone, si ritrovano in Val d’Ossola per perpetuare la memoria del sacrificio e per ribadire la validità sempre attuale dei motivi che spinsero tanti italiani ad una scelta scomoda e consapevole della messa in gioco della vita stessa, per conseguire infine la libertà e la democrazia.
Concetti più volte ribaditi durante la mattinata di domenica 16, data scelta per la ricorrenza, ad Omegna, cittadina posta all’estremità nord del lago d’Orta e allo sbocco della Val d’Ossola, sia durante la messa a suffragio nella bella parrocchiale barocca di S. Ambrogio, sia durante la cerimonia ufficiale, nel Teatro Comunale, terminata con l’intervento del presidente Nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia.
Dal pulpito così come dal palcoscenico del teatro, sono stati ricordati la validità etica di quella scelta e i valori di quella testimonianza da tener vivi, soprattutto oggi in presenza di una grave crisi economica che può mettere in crisi la coesione sociale e la democrazia stessa. Dal parroco sono arrivate critiche non troppo larvate ai politici che privilegiano l’apparenza piuttosto che la sostanza e lo spirito di servizio, mentre il prof. Smuraglia ha voluto ribadire la validità della nostra Costituzione, nata proprio dalla Resistenza, per il mantenimento pressoché integrale della quale l’ANPI si batte da tempo.
Ancora nella mattinata un lungo corteo aveva percorso le rive del lago ad Omegna, soffermandosi per brevi momenti di silenzio e commozione in prossimità di monumenti che ricordano episodi e vittime della Resistenza.
Pomeriggio dedicato interamente a Megolo. Là, accolte dal sindaco di Pieve Vergonte, nel piccolo cimitero della frazione, si sono incontrate tutte ledelegazioni, dell’ANPI e dei Comuni, per la deposizione di corone e per una breve cerimonia commemorativa. Ha parlato per tutti Piero Fassino, sindaco di Torino, davanti alle tombe dell’intera famiglia Pajetta, che ha scelto il cimitero di Megolo come ultima dimora. In seguito, lasciato il cimitero, attraverso una breve e piuttosto ripida salita, si è raggiunto il luogo, nel bosco, dove avvenne la battaglia. Qui, in corrispondenza del cippo commemorativo, l’ANPI di Monza, nella persona della presidente Rosella Stucchi, ha deposto una corona d’alloro in memoria di Gianni Citterio. Nelle foto dei 12 partigiani caduti nella battaglia spiccavano i visi dei ragazzi di 18 e 19 anni.
Monza ricorderà Gianni Citterio sabato 22 alle 9.30 in Piazza Citterio ed in seguito, con il sindaco Scanagatti, nella sala del consiglio comunale.
17.2.2014
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