No alle leggi ad personam
- Scritto da PD Monza
- Categoria: Attualità
Mentre il centrodestra si preoccupa di salvare il premier da processi scomodi, questo pomeriggio alle 15.30 a Palazzo Carpegna il Gruppo del PD del Senato ha illustrato in una conferenza stampa, una mozione sui temi della giustizia che sara' depositata nei prossimi giorni. La mozione, che contiene una serie di proposte per migliorare l'efficienza del sistema giudiziario e per accelerare i tempi dei processi, sara' presentata dalla Presidente dei senatori del PD Anna Finocchiaro, dai senatori Alberto Maritati e Felice Casson e dagli altri componenti PD della Commissione Giustizia di Palazzo Madama.
I senatori del Pd sostengono che a rischio di estinzione sono anche tutti quei processi che riguardano reati come la truffa, la bancarotta semplice, i reati contro la pubblica amministrazione, oltre quelli fiscali e valutari''. Ed e' per questo che i parlamentari continuano a difendere con forza, in due distinte mozioni, alcune loro controproposte sulla giustizia come quella, ad esempio, dell' ''ufficio del processo'' che nella scorsa legislatura era stato messo a punto dall'allora sottosegretario alla Giustizia Alberto Maritati, dopo aver ricevuto anche il gradimento del centrodestra. ''Nella scorsa legislatura anche Roberto Centaro, ora senatore del Pdl, si disse disposto a firmare il progetto di legge. Abbiamo chiesto piu' volte al Guardasigilli Alfano come mai, invece, questa proposta giaccia nei cassetti della Commissione Giustizia senza trovare alcun seguito. Ma lui non mi ha risposto. Eppure con questo ddl si sarebbero riusciti realmente a velocizzare i processi senza colpi di spugna per nessuno''. L'aspetto ''inaccettabile'' del testo elaborato dal legale del premier e deputato del Pdl Niccolo' Ghedini e', per i senatori del Pd, anche il fatto che ''il diritto ad un processo rapido dovrebbe essere un diritto garantito per tutti. E non solo per i colletti bianchi''.
"Spero che la maggioranza presenti proposte concrete. Se sono per annullare i processi in corso noi non ci siamo, non possiamo insultare le vittime di reati per aggiustare due o tre questioni. Se vogliamo migliorare il servizio della giustizia, siamo qua a dire si. Diciamo no alla cancellazione dei processi in corso. Spero che la maggioranza, dopo tutti questi dialoghi, se ha intenzione di procedere a una riforma seria presenti proposte concrete. Se intende annullare processi in corso non possiamo esserci".
E' la prima reazione del segretario del PD, Pier Luigi Bersani, dopo le indiscrezioni sul vertice di maggioranza sulla giustizia daIl presidente della Camera dove Gianfranco Fini annuncia: "No alla prescrizione breve, presto un ddl sulla durata dei processi".
E' lo stesso segretario Pd ad introdurre l'iniziativa: "Daremo battaglia, non e' assolutamente accettabile. Ancora una volta abbiamo delle norme che discriminano i cittadini di fronte alla legge con il solo fine di risolvere i problemi del presidente del Consiglio. La questione e' serissima perche' non ci viene mai consentito di discutere i problemi del Paese. Questo invade il dibattito politico del Paese e crea ulteriori tensioni delle quali non ci sarebbe bisogno. Abbiamo fatto diverse proposte di legge a favore dei cittadini e per l'ammodernamento degli stessi e della pubblica amministrazione. Non vedo perche' dovremmo partire da un meccanismo complesso e ingiusto e con profilo di anticostituzionalita' al solo fine di risolvere i problemi del presidente del Consiglio". A chi gli domandava se fosse possibile un tavolo comune, Bersani ha ribadito: "Se arrivano queste norme noi combattiamo. Voglio rivolgermi anche ai parlamentari della maggioranza per chiedere loro se pensano che sia giusto che un rom recidivo per un piccolo reato debba andare subito a sentenza e uno invece che e' imputato di corruzione, essendo magari incensurato, possa evitare il processo perche' non siamo in grado di garantire i processo breve. E’ grave che il ministro della Giustizia Alfano sia d'accordo con queste iniziative. Su questi temi si rischiano tensioni di cui il Paese non ha davvero bisogno".
"Il punto e' semplice, al di la' delle tecnicalità - ha aggiunto Bersani - spero che la maggioranza, dopo tutti questi dialoghi, se ha intenzione di migliorare la giustizia presenti proposte concrete. Fin qui, ho percepito anche negli atteggiamenti del presidente della Camera che c'è l'intenzione di affrontare la riforma della giustizia senza subordinarla a convenienze. Se sono per annullare i processi in corso noi non ci siamo". In concreto, secondo il leader democratico, "se c'è una riforma organizzativa, procedurale perché si arrivi a sentenza siamo d'accordo. Se si prende un pretesto per interrompere i processi, non siamo d'accordo, ce' un problema obiettivo e non possiamo insultare le vittime di reati per aggiustare due o tre questioni. Il che non significa impedire una discussione sulla giustizia. Tocca a loro togliere dal tavolo le questioni che non interessano i cittadini".
Il segretario PD trova tempo anche per liquidare la proposta Pdl sull'immunità parlamentare: "Se vogliamo parlare di Parlamento parliamo di riduzione del numero dei parlamentari, di superamento del bicameralismo perfetto, parliamo, senza antipolitica, di riduzione dei costi della politica, non di immunità parlamentare".
Si è parlato di prescrizione solo per gli incensurati, ma "sarebbe ulteriore discriminazione", denuncia la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti: “Se è vero che l’ipotesi su cui ragiona la maggioranza è quella che per i reati puniti sino a dieci anni di reclusione vi sarebbe un’ulteriore riduzione di un quarto dei tempi di prescrizione se l’imputato è incensurato, il processo Mills a carico del premier sarebbe giusto giusto pronto ad essere dichiarato estinto e di lì a poco quello per frode fiscale Mediaset. Nel merito – osserva - tutti gli imputati hanno diritto ad una ragionevole durata del processo, indipendentemente dalla loro fedina penale. Il problema è intendersi su quali sono le riforme per la giustizia che possono effettivamente ridurre i tempi dei processi per tutti, incensurati e non, imputati, detenuti, in attesa di giudizio (di cui sono piene le nostre carceri) e imputati a piede libero. Non bisogna strumentalizzare la prescrizione del reato, che riguarda il tempo in cui vi è l’interesse dello Stato a perseguire e ad accertare in tempi ragionevoli i reati commessi, per trovare vie di uscita ad autorevoli imputati incensurati. La ragionevole durata del processo non può essere legata alla condizione soggettiva della persona, recidiva o non, è un fondamentale diritto di civiltà che deve essere attuato nel nostro ordinamento, non solo per gli incesnurati!. Altrimenti, parliamoci chiaro, si sta piegando una garanzia, che è per tutti, all’interesse di pochi. E ne sarebbe la dimostrazione che se è vero che per i reati puniti sino a dieci anni di pena vi sarebbe un’ulteriore riduzione di un quarto dei tempi di prescrizione se l’imputato è incensurato il processo Mills a carico del premier sarebbe giusto giusto pronto ad essere dichiarato e di lì a poco quello per frode fiscale Mediaset. Basta con le norme ad personam”.
Inoltre, per il leader del PD Bersani, serve fare riforme istituzionali, senza perdere tempo con questioni come l'immunita' parlamentare: "Il nostro problema non è questo, non credo che questo sia un problema da mettere all'ordine del giorno. Se mai ridurre il numero dei parlamentari, fare la legge elettorale, portare i costi della politica a livello europeo: questo si capisce. E su questo noi ci stiamo".
Durissima la reazione della presidente dei senatori PD Anna Finocchiaro che, nel corso della presentazione delle proposte dei democratici in materia di giustizia, spiega: "Il ddl Gasparri sul processo breve e' viziato di incostituzionalita' e inaccettabile sotto il profilo morale". Con questo provvedimento "si estinguono numerosi processi". E fa gli esempi dei crack di Cirio e Parmalat. Ma sottolinea l'esclusione anche di "reati gravi" come "la corruzione, bancarotta semplice, reati fiscali e valutari, l'usura, l'estorsione semplice e tutti quelli contro la pubblica amministrazione". Resta invece, aggiunge, "il furto aggravato. Cosi' magari chi ruba uno specchietto retrovisore o una mela paga per fatti di minima entita'. C'e' un segno profondo di ingiustizia" in questo provvedimento che esclude reati che "rivestono profili di pericolosita' per la convivenza civile e il livello di legalita' del nostro sistema". Per quanto riguarda l'incostituzionalita', poi osserva: "C'e' una disparita' di trattamento dei soggetti come puo' essere il caso di essere o non essere recidivi", mentre "il diritto ad un processo in tempi ragionevoli e' un diritto che deve valere per tutti".
"Hanno impiegato due notti per partorire uno scarabocchio dal punto di vista tecnico e giuridico" dice il senatore del Pd, Felice Casson, nel corso della stessa conferenza. Casson sottolinea che "per salvare qualcuno da certi processi se ne mandano al macero decine di migliaia".
Anche il deputato del Pd Roberto Zaccaria attacca il ddl salva premier: "Siamo tornati al ddl Gasparri: dopo aver dato il suo nome alla legge che ridisegna l'emittenza in base agli interessi del gruppo privato di Berlusconi, ora il senatore presta ancora la sua faccia per un progetto che ridisegna la giustizia in base al riordino dei processi che coinvolgono ancora il presidente del Consiglio. Evidentemente, nel Pdl il senatore Maurizio Gasparri svolge la funzione di 'ancella' del presidente".
Il senatore Lanfranco Tenaglia commenta: "Lo scambio di favori è completo, Berlusconi ha ottenuto il salvacondotto contro i processi, la Lega l'assurdo contentino di vedere trasformata l'immigrazione clandestina in un reato da allarme sociale al pari di terrorismo e mafia. Siamo al sovvertimento delle regole della giustizia e dei principi di solidarietà alla base della civile convivenza. Di
fatto questo governo ha decretato crimine la povertà. Per fortuna solo ieri il presidente della Fao aveva lanciato una richiesta accorata per salvare le migliaia di innocenti che ogni giorno muoiono di fame. Il Governo italiano ha risposto da par suo. Se sei povero e straniero non hai diritto neanche alla speranza".
Ma il ddl Gasparri non piace neppure ad Antonio Baldassarre, ex presidente della Corte costituzionale ed ex presidente Rai in quota centrodestra, secondo cui il provvedimento sarebbe "incostituzionale" e "imbarazzante". Baldassarre, dicendosi "desolato innanzitutto come cittadino", spiega che il provvedimento viola il principio di uguaglianza soprattutto perchè si applica a «reati gravissimi, come quelli di corruzione e concussione» mentre tra quelli esclusi ce ne sono alcuni "lievi". "Non è una cosa seria,visto che stiamo parlando di leggi e non di regali".
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