Seconda serata al Binario 7 del ciclo “Legalità”, organizzato dal Centro Culturale Ricerca. Tema: la corruzione, male endemico nel nostro Paese (nelle classifiche per Nazioni l’Italia è intorno al 40° posto, non proprio una posizione di prestigio! E questo spiega la scarsità di investimenti esteri etc etc).
E’ interessante come il tema possa essere affrontato diversamente, in funzione de ruolo esercitato nella società. Premoli, del CCR, da psicanalista, inquadra il fenomeno partendo dal concetto di famiglia, struttura di base della società, e della sua degenerazione. Quella che come estremo produce i clan mafiosi (familismo amorale), con il rifiuto della legalità, e come fenomeno più diffuso il familismo legale nel quale i componenti privilegiano gli interessi della propria famiglia a scapito di quelli generali. L’interessante esempio che Premoli fornisce è quello dei genitori che si rapportano con la scuola dei figli: i figli hanno sempre ragione e i professori e le strutture scolastiche sempre torto.
Più prevedibile l’approccio di un magistrato, che, come Piero Calabrò, giudice del Tribunale di Lecco, affronta la corruzione sul campo. Calabrò osserva realisticamente che la corruzione è un male antico, esisteva al tempo dei Romani e in seguito anche la Roma dei Papi non ne è stata immune (vedi traffico delle Indulgenze che alla fine provocarono la Riforma Protestante). Non c’è dunque da meravigliarsi se il fenomeno è diffuso oggi, nonostante le esortazioni del Presidente Napolitano e del nuovo Papa per una rivolta morale: la corruzione è alimentata dalla decadenza morale.
La visione del sociologo viene portata da don Mazzi. La sua è testimonianza di chi vive in prima linea le esperienze di emarginazione e di disagio sociali. Può così testimoniare che la corruzione, come la droga, è entrata nella norma, nelle istituzioni come nelle singole persone. Così come l’illegalità diffusa è diventata normale, scontata (“in Calabria”, dove esiste un centro di don Mazzi, ”sono rimasti i manovali della ‘ndrangheta, i professionisti sono in Lombardia e dove c’è abbondanza di denaro”).
Il quadro d’insieme di questi elementi porta a concludere che per questa società, indifferente di fronte ai problemi sociali, l’uomo è diventato un oggetto. Per questo in sostanza la Scuola e la Chiesa hanno fallito nella loro missione (don Mazzi accenna anche ai Benedetto XVI e alle ombre dietro le sue dimissioni). Per uscirne deve verificarsi una rivoluzione che parta dalle riflessioni di ciascuno di noi.
Il procuratore di Monza Walter Mapelli riporta la discussione nei binari giuridici della corruzione come reato perseguito dalla legge. Definendola come un tradimento della fiducia accordata dalla società al singolo responsabile. Non manca di criticare velatamente l’ultima legge Severino sull’argomento, che si sta rivelando inefficace, come peraltro preannunciato dagli operatori di giustizia al momento del varo. Ricorda ancora che la legge prevede percorsi di formazione su etica e legalità per i pubblici dipendenti, il che indica l’allarme per la situazione esistente. Non poteva mancare inoltre il riferimento alla corruzione in politica e le classiche giustificazioni degli indagati: “è un sistema di finanziamento della politica”, oppure, “la corruzione è come l’olio necessario per far girare bene gli ingranaggi delle procedure”.
E’ solo in Italia, nel mondo occidentale, che si sentono affermazioni simili! Anche il mondo delle imprese non è immune dalla corruzione; a questo sistema però ricorrono le aziende che non hanno successo in termini di innovazione o di produttività e che comunque non esportano: una pratica così all’estero è terreno minato! In sintesi sono le aziende che prima o poi falliscono
Anche la Magistratura al suo interno ha dovuto registrare eventi dolorosi (per tutti la corruzione di un giudice, da parte dell’avv. Previti, nel caso IMI-SIR). Col tempo la corruzione è diventata sempre più articolata, cn l’ingresso di un esercito di mediatori e con la differenziazione del frutto della “transazione” (non solo soldi ma anche vacanze di lusso, consulenze fittizie, sesso…)… a qualcuno saranno fischiate le orecchie!
Come se ne esce: certo, la scuola sarebbe lo strumento ideale, ma i frutti si raccoglierebbero a lunga scadenza. Più efficace e immediata sarebbe la sterzata morale di cui parla don Mazzi, con lo stimolo e l’esempio delle figure di riferimento, Papa e alte cariche istituzionali. In ogni caso, vaste programme, come direbbe De Gaulle!
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